NEW YORK (WSI) – Chiusura contrastata per la Borsa Usa dopo due sedute di forti rialzi. Indietro il Dow ha chiuso intorno alla parità (-0,07% a 6.643 punti), il Nasdaq sale dello 0,32% a 4.828 punti mentre lo S&P 500 scende dello 0,07% a 1.989 punti.
Massima volatilità sui mercati azionari americani che, dopo la corsa di ieri tornano a perdere terreno in modo consistente, nonostante il balzo dell’indice Shanghai Composite, pari a +4,8%. L’indice azionario cinese ha comunque perso -7,8% durante la settimana. Cautela in Europa, dopo le forti oscillazioni che hanno interessato l’azionario nelle ultime sessioni.
Sul fronte macro, i redditi dei lavoratori americani sono cresciuti dello 0,4% nel mese di luglio, in linea con le attese degli analisti, mentre le spese per i consumi personali sono aumentate dello 0,3%, un decimo in meno delle attese.
Male la fiducia dei consumatori americani misurata dall’Universita’ del Michigan e’ scesa alla fine di agosto a 91,9 punti dai 92,9 punti del mese precedente. Le attese degli analisti erano per un lieve incremento a quota 93 punti. Il dato è molto importante per conferenza stampa della Fed di mercoledì. Il membro votante del Fomc William Dudley ha fatto riferimento proprio a questo dato, definendolo indicatore che misura l’impatto di mercati azionari volatili sui fondamentali dell’economia. Dudley aveva definito “meno convincente” la prospettiva di un rialzo dei tassi nella riunione di settembre, prima che ieri venisse reso noto il Pil del secondo trimestre dell’anno, rivisto al ribasso a +3,7% dal +2,3% inizialmente reso noto.
Focus sui miliardi di dollari che sono stati ritirati dall’azionario Usa, ma non solo. Stando a un report di Credit Suisse, dal mese di luglio le famiglie americane – che rappresentano quasi la totalità di chi punta sui fondi di investimento – hanno ritirato i loro soldi, sia dai fondi che investono in azioni che in quelli che puntano sulle obbligazioni. E’ la prima volta dal 2008 che entrambe le asset class hanno sofferto flussi in uscita per due mesi consecutivi dal 2008.
Attingendo ai dati settimanali che sono stati compilati dall’Investment Company Institute, e che risalgono al 19 agosto, Credit Suisse stima che $6,5 miliardi siano stati ritirati a luglio dai fondi azionari e $8,4 miliardi dai fondi obbligazionari. Questi flussi in uscita sono continuati nelle prime tre settimane di agosto, quando gli investitori hanno ritirato $1,6 miliardi dall’azionario e $8,1 miliardi di investimenti dal mercato dei bond, stando a quanto riferisce l’economista Dana Saporta.
“Potrebbe significare che le famiglie stanno diventando nervose sul continuare a detenere investimenti, e ciò potrebbe avere implicazioni sull’economia reale, traducendosi anche in un taglio dei consumi”, ha detto Saporta, sottolineando che “nel caso in cui i mercati scenderanno ancora, sarà interessante vedere se si tornerà a investire sui bond o se le famiglie sceglieranno contanti”.
Nel frattempo la Federal Reserve è davanti a un dilemma: alzare o no i tassi a settembre. Sarebbe la prima volta dal 2006.
In ambito valutario, l’ euro, che ieri aveva bucato la soglia di $1,13, fa +0,22% a 1,1271 dollari. Dollaro / yen -0,14% a JPY 120,86.
Tra le materie prime, i prezzi del petrolio sono saliti come mai negli ultimi sette anni. I futures sul petrolio americano fanno dietrofront, scendendo +6,5% a $45,33 dopo la corsa delle ultime sessioni.
Per l’oro si profila la peggiore settimana delle ultime cinque. Focus sull’analisi di ABN Amro, secondo cui il metallo prezioso non può essere più considerato come un bene rifugio. Argento -0,33% a $14,39.