ROMA (WSI) – In Italia, la crescita economica “superiore alle attese” – relativa al secondo trimestre – continuerà, nell’ambito di un’accelerazione che caratterizzerà il biennio 2015-2016. E’ quanto ritiene il Fondo monetario internazionale, in un rapporto elaborato in vista del G20 delle Finanze che si aprirà venerdì Ankara, in Turchia
In generale, l’Fmi parla di una crescita globale che “resta moderata”, causa l’indebolimento delle economie emergenti e della ripresa debole nei paesi avanzati.
Riguardo all’area euro: “i dati preliminari sul secondo trimestre sono stati in qualche misura più deboli del previsto, con una sorpresa negativa in Germania”, mentre invece è stata segnalata “una crescita superiore al previsto in Italia, Irlanda e Spagna”. L’Fmi riconosce gli effetti positivi che derivano dall’euro più debole, soprattutto sulle esportazioni, in particolare per Germania e Francia.
In generale, riguardo all’Eurozona, nel rapporto è scritto che “si stima che la modesta ripresa dell’area euro continui nel 2015-2016, sostenuta da prezzi del petrolio più bassi, dalle misure di allentamento monetario e dal deprezzamento dell’euro. E’ attesa una accelerazione della crescita in Germania, Francia, Italia e soprattutto in Spagna”, mentre invece è più difficile fare previsioni sulla Grecia.
Tra i rischi, citati i problemi della Cina che sta vivendo un momento di profonda trasformazione del suo modello economico; ma anche i cali delle commodities e gli effetti negativi che un apprezzamento del dollaro Usa potrebbe avere sul valore degli asset, ma anche sui flussi di capitali e sui bilanci delle aziende.
A tal proposito, l’Fmi invita le banche centrali a non adottare misure troppo affrettate. Il messaggio è rivolto alla Fed, a cui chiede di ancorare le proprie decisioni ai dati macro. E, dal momento che “fino ad ora (si può parlare di) scarsi segnali di pressioni sui prezzi e sui salari”, il Fondo ritiene che la Federal Reserve non debba prendere decisioni affrettate il 16 e 17 settembre prossimi, quando si riunirà il Fomc.
Con l’inflazione ancora bassa in tutte le economia avanzate, “la politica monetaria deve restare accomodante per prevenire che i tassi di interesse reali salgano in modo prematuro”. Già a giugno il direttore dell’Fmi, Christine Lagarde, aveva affermato che la Fed non avrebbe dovuto alzare i tassi prima dell’anno prossimo.
L’Fmi suggerisce inoltre alla Bce di espandere il suo programma di QE. “Il programma dovrebbe essere esteso, nel caso in cui non ci sia un miglioramento sufficiente dell’inflazione, rispetto agli obiettivi di stabilità dei prezzi di medio termine” fissati. E anche la Bank of Japan dovrebbe essere pronta ad adottare ulteriori misure di politica monetaria espansiva.
Insomma, per Washington è necessario agire per prevenire un brusco rallentamento dei tassi di crescita e aumentare la performance delle principali economie mondiale dal livello di “crescita moderata” in cui si trovano. Il Fondo è stato molto chiaro nel sottolineare che le sue stime attuali – che parlano di un miglioramento delle economie nel secondo semestre del 2015 – sono ormai datate, per la maggior parte delle principali economie al mondo. I tassi di crescita sono stati infatti deludenti per gli Usa, l’Eurozona e il Giappone. Rischi maggiori, poi, per i paesi emergenti, soprattutto per quelle economie che sono maggiormente esposte al calo dei prezzi delle commodities, quelle che hanno debiti denominati in dollari e quelle che dipendono soprattutto dalla domanda cinese per la crescita delle loro esportazioni. (Lna)