Economia

Wall Street torna a scendere, sale tensione decisione Fed

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Rimbalzo fallito per Wall Street, dopo il poderoso rally della vigilia, che ha visto Wall Street chiudere la sessione con il secondo maggior guadagno del 2015.

In Usa il focus resta sulla riunione della settimana prossima della Federal Reserve: sembra che tra i suoi governatori non ci sia una visione comune in merito ai tassi. Da oggi i membri del braccio di politica monetaria della banca centrale americana non possono piu’ rilasciare dichiarazioni pubbliche.

Nel finale, il Dow segna un calo dell’1,45% a 16.254 punti, il Nasdaq scivola dell’1,14% a 4.754 punti mentre lo S&P 500 perde l’1,39% a 1.942 punti.

Non basta l’incidenza positiva anche dal Nikkei volato +7,7%, al ritmo più forte dal 2008. Molto bene sono andati anche gli altri mercati asiatici, confortati sia da Tokyo che da altre notizie di aiuti all’azionario cinese da parte delle autorità di Pechino. Il Ministero delle Finanze della Cina ha promesso infatti interventi espansivi di politica fiscale, rendendo nota anche l’intenzione di ridurre le tasse sui dividendi.

Rally in generale sui mercati emergenti, con l’indice di riferimento +2,6%, il guadagno più sostenuto dallo scorso 27 agosto. Taiwan +3,6%, Seul +3%.

Massima trepidazione per l’annuncio della Fed, che arriverà la prossima settimana a seguito della riunione del Fomc, il suo braccio di politica monetaria, prevista per il 16 e il 17 settembre. Un allarme è stato lanciato dal capo economista della Banca Mondiale sul panico e le turbolenze sui mercati che potrebbero crearsi con un eventuale rialzo dei tassi di interesse Usa, già a settembre.

Mentre l’azionario ampia le perdite, i Treasury recuperano quota portandosi in positivo. Nel frattempo un outlook poco incoraggiante per l’economia globale alimenta nuovamente la domanda di T-Bond. Forse non e’ un caso che all’asta di titoli a 10 anni la domanda sia stata solida: il rapporto tra domana e offerta e’ stato pari a 2,7 volte contro una media di 2,64 volte. Il Tesoro Usa ha offerto un rendimento del 2,235%, leggermente sotto quello dei decennali gia’ sul mercato. Agli acquirenti indiretti, associati alla domanda dall’estero, e’ andato il 57,5% dell’asta, in linea con la media recente. A quelli diretti, riflesso della domanda interna, e’ andato il 14%. Il risultato contrasta con le recenti preoccupazioni che gli acquirenti dall’estero sarebbero rimasti alla finestra. Il decennale vede rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – fermi al 2,1935% dal 2,193% di ieri. Il titolo a tre mesi viaggia allo 0,0456%

A livello societario, cresce l’attesa per l’evento organizzato oggi da Apple in cui dovrebbe presentare novita’ di prodotto. United Continental ha detto addio al suo amministratore delegato Jeff Smisek e ad altri due top manager per via delle indagini in corso sulle relazioni tra la compagnia aerea e la Port Authority di New York e del New Jersey, l’ente che gestisce le infrastrutture tra i due Stati.

Sale Netflix (+4%) dopo aver detto che che porterà il suo servizio di video in streaming in altri quattro mercati asiatici (Singapore, Hong Kong, Corea del Sud e Taiwan) dopo l’ingresso in Giappone a inizio mese.

Tra le materie prime futures sul petrolio Wti scendono sotto i 45 dollari. Il greggio ha ignorato il fatto che l’Energy Information Administration (Eia) abbia tagliato le stime sulla produzione Usa. L’agenzia americana prevede che la produzione Usa continui a calare fino a meta’ 2016 (sei mesi piu’ tardi del previso) per poi risollevarsi. Brent -0,28% a $49,38. Oro -0,11% a $1.119,80, argento -0,24% a $14,72.

Sul valutario, l’euro -0,43% a $1,1150. Dollaro/yen +0,68% a JPY 120,62. Euro/yen +0,25% a JPY 134,55. Euro/sterlina -0,18% a GBP 0,72. Euro/franco svizzero -0,69% a CHF 1,0894.