ROMA (WSI) – Nonostante il balzo record dello yuan offshore, nelle ultime ore, un funzionario della Banca centrale della Cina ha affermato che “gli interventi di lungo periodo sul Forex non sono il loro obiettivo”. Detto questo, la scorsa notte la People’s Bank of China ha stabilito il tasso di riferimento dello yuan sul dollaro a 6,3719, apprezzando la valuta il giorno dopo un nuovo maxi deprezzamento. Ventiquattro ore prima, l’istituto aveva infatti svalutato la moneta al ritmo più forte in un mese.
Ha parlato dell’economia cinese anche il premier cinese Li: escluso, in base alle sue parole, il quantitative easing in Cina, dal momento che non ci sarà alcun “hard landing”, ovvero “atterraggio duro” dell’economia. In un discorso proferito al World Economic Forum, il premier ha affermato inoltre che il QE, da solo, non risolverebbe i problemi strutturali della crescita economica e si tradurrebbe anzi in effetti negativi.
E’ probabile che le autorità siano preoccupate soprattutto per i prezzi della carne di maiale, che viaggiano a valori record, e che stanno salendo anche a ritmi record.
Bank of America Merrill Lynch ritiene comunque che la People’s Bank of China comunque taglierà nuovamente i tassi di almeno 25 punti base, fino alla fine dell’anno. Nella nota della banca Usa si legge tuttavia che “le probabilità di tagli sui tassi aggressivi sono molto ridotte, considerato l’aumento dell’inflazione al livello dell’indice dei prezzi al consumo e anche le pressioni sui flussi in uscita dei capitali”. (Lna)