ROMA (WSI) – Nei primi sette mesi del 2015 le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili hanno registrato un incremento annuo dell’82,2% su base annua, con l’incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti che hanno inciso per circa il 27,7%. E’ quanto risulta dal report mensile dell’Abi, da cui emerge che sono stati soprattutto i bassi tassi di interesse ad alimentare la domanda di mutui a tasso fisso, rispetto a quelli a tasso variabile. Di fatto, nel mese di agosto, i mutui a tasso fisso hanno inciso sul totale delle erogazioni per circa due terzi.
L’Abi ha reso noto anche che i tassi di interesse sui prestiti delle banche non sono mai stati così bassi. Ad agosto, il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,36%, minimo storico (3,39% il mese precedente, 6,18% a fine 2007).
Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato al 2,06% (il valore più basso da maggio 2010), lo stesso valore del mese precedente (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,81% (2,75% il mese precedente; 5,72% a fine 2007).
In generale è migliorata la dinamica dei prestiti bancari, anche se persiste il segno meno. Ad agosto il totale dei finanziamenti a famiglie e imprese ha riportato una contrazione quasi nulla (-0,1%) nei confronti di agosto 2014, -0,4% il mese precedente e migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. Questo di agosto è il miglior risultato da aprile 2012.
L’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia ad agosto è stata pari a 1.825 miliardi di euro ed è nettamente superiore, di quasi 152 miliardi, all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.673,3 miliardi di euro.
I finanziamenti alle imprese hanno segnato nei primi sette mesi del 2015 un incremento di circa il 16% sullo stesso periodo dell’anno precedente (gennaio-luglio 2014).
Tornata positiva, inoltre, e dopo 37 mesi a fine agosto, la variazione annua del totale prestiti al totale settore privato (+0,3%) e al totale dell’economia (che include anche la pubblica amministrazione), +0,6%. Dalla fine del 2007, prima dell`inizio della crisi, ad oggi i prestiti all`economia sono passati da 1.673 a 1.825 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.410 miliardi di euro.
Sempre nei primi sette mesi dell’anno, le nuove operazioni di credito al consumo hanno segnato +24,3%.
Nota dolente quella delle sofferenze bancarie, che aumentano ancora a livelli record, nonostante i segnali di ripresa dell’economia. A luglio, a seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le sofferenze lorde sono risultate pari ad oltre 197 miliardi, dai 195,8 miliardi di giugno 2015, segnando un nuovo record storico.
Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è stato del 10,3% a luglio (9% un anno prima, 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 17,1% per i piccoli operatori economici (15,3% a luglio 2014; 7,1% a fine 2007), il 17,4% per le imprese (14,8% un anno prima; 3,6% a fine 2007) ed il 7,1% per le famiglie consumatrici (6,6% a luglio 2014; 2,9% a fine 2007). Anche le sofferenze nette registrano a luglio 2015 un aumento, passando da 84,2 miliardi di giugno a 84,8 miliardi di luglio.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,68% a luglio 2015 dal 4,62% di giugno 2015 (4,30% a luglio 2014, 0,86%, prima dell`inizio della crisi). Sulla base dell`ultimo dato disponibile, a marzo scorso il numero complessivo degli affidati in sofferenza era pari a 1.199.107 (in prevalenza imprese e famiglie).