ROMA (WSI) – Promette scintille e accese discussioni la nuova legge in dirittura d’arrivo sulla chiusura obbligatoria dei negozi e delle attività commerciali nei giorni festivi.
In origine il Governo guidato da Mario Monti aveva introdotto la tanto discussa liberalizzazione stabilendo che un negozio potesse decidere di restare aperto anche 24 ore al giorno, tutti i giorni dell’anno, senza limitazioni territoriali o legate ai prodotti venduti. Ora la situazione potrebbe nuovamente cambiare, causa l’approvazione alla fine dell’anno scorso da parte della Camera di un nuovo provvedimento sugli orari dei negozi che ha previsto la chiusura delle attività commerciali per almeno per 12 giorni festivi all’anno.
Il pacchetto di misure da ieri è tornato al vaglio della Commissione Industria del Senato, prevedendo il ripristino della chiusura obbligatoria delle attività in occasione di 12 delle principali festività nazionale (Capodanno, Epifania, 25 aprile, Pasqua e Pasquetta, Primo maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre 8 dicembre, Natale e Santo Stefano).
I nuovi vincoli varrebbero anche per i comuni turistici con un’unica eccezione: ogni esercente potrà derogare all’obbligo di chiusura fino ad una massimo di 6 giorni, dandone però preventiva comunicazione al comune.
Nessun vincolo per bar e ristoranti anche se i sindaci potranno definire una diversa regolamentazione delle aperture, individuando zone specifiche come quelle destinate alla vita notturna, con ordinanze che possono avere una valenza fino anche a 3 mesi.
Sanzioni pesanti per chi non rispetta le regole: multa da 1 fino a 12mila euro per chi non rispetta i 6 giorni imposti di chiusura obbligata e da 1 a 10 giorni di stop per chi invece commette due infrazioni nello stesso anno.
Con il passaggio della nuova legge alla Commissione Industria del Senato si accelera per l’adozione in via definitiva ma è scontro sugli emendamenti. Il senatore Consiglio (Lega Nord) ha proposto di aggiungere ulteriori 48 giorni alla chiusura dei negozi, mentre Castaldi e Girotto del Movimento 5 Stelle ne vogliono aggiungere 12 in più.
Critiche le grandi catene di distribuzione come quelle raggruppate in Confimprese che puntano il dito contro questa controriforma, insieme a gran parte delle associazioni di consumatori.
Si aggiunge al coro di critiche anche il Presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella che ha segnalato molte volte come l’adozione della nuova legge sugli orari di apertura e chiusura dei negozi finisca per frenare lo sviluppo della concorrenza nel settore del commercio. (Aca)