NEW YORK (WSI) – E’ proprio nella debolezza dei mercati in via di Sviluppo che Saxo Bank vede le maggiori opportunità di guadagno per l’ultimo trimestre dell’anno.
Il calo del prezzo del petrolio e delle altre materie prime ha messo sotto pressione gli emergenti, aumentando i rischi di rallentamento della crescita globale. A questo si aggiunge l’incertezza circa la tempistica con cui la Federal Reserve alzerà il costo del denaro, per la prima volta in quasi un decennio.
Ma è proprio la volatilità che si genera con questi fattori di incertezza, secondo gli analisti della banca danese, a creare opportunità di trading.
“Sui mercati Emergenti si è abbattuta la tempesta perfetta del debito indotto da un vertiginoso dollaro USA e fatiscenti prezzi delle materie prime. Tuttavia, secondo i Trade Essenziali di Saxo Bank per il Q4, c’è speranza – e opportunità di investimento – anche se il ciclo del “pretend and extend” persiste”, si legge nel rapporto dell’istituto in cui vengono elencati nel dettaglio i consigli di trading sui mercati azionario, valutario e materie prime.
“Il processo del “pretend and extend” ha innescato un circolo vizioso per cui il debito in dollari emesso dai Paesi Emergenti è stato convertito in valuta locale, dice Steen Jakobsen, Chief Economist della banca. “Il rafforzamento del dollaro ha aumentato sia l’onere del debito (erano necessari più dollari per ripagare il debito) sia ridotto i prezzi delle commodity, esportate da molti dei Paesi Emergenti”.
A sua volta, questo ha significato meno domanda e meno crescita per i mercati Emergenti. Questo è avvenuto in un contesto caratterizzato da un’economia globale basata sulla creazione di denaro per decreto, riserve di dollari, commodity e debito denominati in dollari e un dollaro in apprezzamento. “Non c’è da meravigliarsi – scrivono gli analisti – che la crescita mondiale sia in caduta libera, l’unica sorpresa è rappresentata dai politici che sembrano meravigliati”.
La maggiore opportunità di trading degli ultimi decenni
Guardando alla volatilità e alla rotta che stanno percorrendo i mercati emergenti, Jakobsen vede un lato positivo: “La tempesta perfetta che infuria sui Mercati Emergenti rappresenta la più grande opportunità degli ultimi decenni” per chi fa trading.
Steen Jakobsen ritiene che il modo migliore per fare trading su questi mercati sia attraverso il Forex grazie alla maggiore liquidità e facilità di accesso. “Molti mercati Emergenti non sono abbastanza profondi per soddisfare robusti mercati azionari. Inoltre, studi accademici dimostrano che più dell’80% di tutti i rendimenti sui Mercati Emergenti provengono dal mercato valutario e non da obbligazioni e azioni. In ogni caso egli considera che i Mercati Emergenti in generale siano da acquistare, poiché il fatto di essere oggi nel mezzo di una tempesta non ci preclude un futuro in cui il sole torna a brillare”.
Sull’Italia e le prospettive di trading nel paese si è espresso invece Gian Paolo Bazzani. Secondo l’AD di Saxo Bank Italia “è il momento del dentro o fuori”. Le condizioni esterne sono eccezionalmente positive e il paese non puo’ lasciarsi sfuggire un’occasione simile per risalire la china dopo otto anni difficilissimi.
Bazzani cita l’ampia liquidità alle banche fornita dal Quantitative Easing. “liquidità che ha avuto anche l’effetto di “coprire” alcune situazioni critiche nei bilanci”, un euro indebolitosi rispetto al dollaro americano e prezzi energetici ai minimi. Il dollaro ha guadagnato il 20% sulla moneta unica dalla metà del 2014 a oggi. Il calo del petrolio è legato all’offerta in eccesso e quindi è da considerarsi strutturale e non passeggero.
Ripresa: per l’Italia è l’ultima chance
Ma è l’ultimo treno per la terza economia d’Europa. Nel preciso istante in cui la liquidità fornita in abbondanza da Draghi si ridurrà e diventerà più costosa, “emergeranno tutte le gravi carenze che oggi vengono in qualche modo attenuate da condizioni, come detto, di tipo eccezionale”.
“Senza un piano di riforme serio e che sia attuato entro 36 mesi, al venir meno delle condizioni di mercato eccezionali che stiamo vivendo, l’Italia si ritroverà a crescita zero“.
Sul fronte dell’azionario non appena vi sarà chiarezza sul futuro andamento dei tassi della Fed, “i capitali torneranno a confluire verso i mercati emergenti”.
Per chi fa trading in ambito obbligazionario siamo giunti al “punto in cui le opportunità cominciano a bussare”. In primo luogo, “la generale rotazione e l’allontanamento dagli asset dei mercati emergenti hanno aumentato la differenza di rendimento tra i mercati sviluppati e i mercati emergenti in modo significativo”. In seconda istanza, “la mancanza di crescita sta giocando un ruolo troppo grande. L’idea sottostante ai Mercati Emergenti è la loro ‘emersione’ in economie più sviluppate”.
Quanto al valutario, il quarto trimestre “potrebbe vedere i propensi al rischio spostarsi” su valute come il Rublo russo, il Real brasiliano, la Lira turca e il Rand sudafricano, mentre “chi ha un approccio più conservativo dov rebbe guardare altrove, in Messico e in Polonia, per esempio”.
Per chi voglia eseguire operazioni di trading nelle materie prime l’ultimo quarto dell’anno rappresenterà “la luce fuori dal tunnel”, dal momento che le scorte si ridurranno. “Ma se la domanda, di cui la Cina è il paese chiave, non riuscisse a tenere il passo, allora il tunnel non farebbe che allungarsi, lasciandoci solo un lieve barlume di speranza”.