Economia

Fmi spiega i vantaggi delle svalutazioni

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Un deprezzamento del 10% della valuta di un Paese può incrementare le esportazioni in media dell’1,5% del Pil.

È quanto rivela il Fondo monetario internazionale nel terzo capitolo del World Economic Outlook intitolato “Exchance rates and trade: disconnected?”. Il capitolo affronta il tema degli effetti di grandi e insolite variazioni dei tassi di cambio sugli scambi commerciali in un mondo che teme una “guerra delle valute”.

Secondo lo studio del Fondo, condotto per tre anni utilizzando dati disponibili in mercati industrializzati ed economie in via di Sviluppo, i movimenti dei cambi “hanno ancora un effetto notevole su import ed export” con implicazioni per le dinamiche inflative e per la trasmissione delle politiche monetarie.

Nel secondo capitolo, “Where are commodity exporters headed? Output growth in the aftermath of the commodity boom”, viene invece affrontata la questione dell’outlook debole dei prezzi delle materie prime che potrebbe sottrarre quasi l’1% all’anno al tasso di crescita dei Paesi nel periodo 2015-2017 rispetto al biennio 2012-2014.

Ancora peggio andrebbe per gli esportatori di prodotti energetici, per cui la crescita potrebbe calare in media di circa il 2,25%. Il capitolo spiega che il rallentamento non ha solo un carattere ciclico, ma anche una componente strutturale.

Tuttavia, la flessibilità dei tassi di cambio, che nell’ultimo decennio è in crescita tra le nazioni prese in considerazione, secondo il Fondo può “aiutare a contenere l’impatto del calo dei prezzi delle materie prime”.

(Cba)