Economia

Non è Glencore ma questo, il vero cigno nero

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NEW YORK (WSI) – Il management di Glencore assicura che il gigante minerario non farà crac. Per domani è previsto un incontro con gli obbligazionisti per allontanare la paura di un’insolvenza imminente e gli analisti comunque hanno rassicurato i mercati, offrendo soluzioni per uscire dalla crisi senza che il gruppo anglo australiano, attivo anche e sopratutto nel trading di commodities, diventi la nuova Lehman Brothers di turno.

Guardando all’andamento dei bond di un’altra società operativa nel settore, si capisce chiaramente come il crollo di Glencore – che nessuno poteva prevedere fino a due mesi fa e che è diventato il grande cigno nero dei mercati – abbia scatenato un contagio.

Dopo il calo di Noble ieri, un altro gruppo concorrente nel trading di materie prime, Trafigura, è stato inglobato nel vortice di tensioni. Trafigura non è quotata in Borsa, ma i suoi Bond sono scambiati sui mercati.

E i prezzi sono stati affossati nelle ultime ore. I rendimenti dei bond con scadenza 2018 hanno toccato livelli “spazzatura”, superando il 10%.

Trafigura, nata del 1993, è una grande azienda indipendente che si occupa di trading e logistica nel campo delle materie, che si vanta di non avere legami diretti con i grandi produttori del settore. “Siamo al cuore dell’economia globale. Ogni giorno nel mondo lavoriamo per migliorare le attività commerciali” legate alle commodities.

Nonostante non sia quotata in Borsa, Trafigura ha un giro d’affari enorme e un’influenza sul commercio di commodities pari a quella che puo’ avere Glencore, la quale è entrata in Borsa nel 2011 e da allora ha perso circa l’84% del suo valore in circolazione.

Il colosso svizzero vantava un fatturato pari a $127,6 miliardi nel 2014 e asset del valore di $39 miliardi. Sono cifre enormi. L’azienda, tuttavia, deve fare anche i conti con un debito monstre di 21,9 miliardi. L

a cifra è inferiore ai 31 miliardi di Glencore, con la differenza che il Margine Operativo Lordo di Trafigura è molto piu’ basso. Basti pensare che il rapporto tra debito e Ebitda è pari a ben dieci volte. In confronto Glencore ha un tasso pari alla metà.

Prima che scoppiasse la crisi delle commodities a fine agosto, anche per via delle previsioni di un calo della domanda proveniente dalla Cina, Trafigura era cosi’ peoccupata per il proprio futuro e per quello del settore da aver commissionto a un gruppo di esperti accademici uno studio la cui conclusione è stata che Trafigura, nonostante le sue dimensioni notevoli, non rappresenta un rischio sistemico per i mercati e l’economia mondiale. L’andamento dei prezzi dei bond di Trafigura suggerisce proprio il contrario.

studio

(DaC)