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Borsa Milano si indebolisce sul finale, teme rialzo tassi Usa

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MILANO (WSI) – Le anticipazioni di un rafforzamento delle misure straordinarie di stimolo monetario da parte della Bce non bastano a dimenticare il peggiore trimestre dal 2011. Le Borse europee virano in rosso nel pomeriggio, afflitte dalle prospettive di un rialzo dei tassi di interesse anticipato in Usa. Il Ftse MIB cede lo 0,17% a 21.142,86 punti.

Le dichiarazioni da falco di Lacker, presidente della Fed di Richmond e membro con diritto di voto del braccio di politica monetaria della Federal Reserve, hanno frenato gli entusiasmi. Lacker ha detto che non sarebbe sorpreso nel vedere una stretta monetaria già dalla prossima riunione nel caso in cui il report occupazionale di venerdi’ mostrasse un miglioramento del mercato del lavoro della principale economia la mondo.

Tra i singoli in Europa, si segnala il rimbalzo del titolo del colosso minerario Glencore, colpito da una pioggia di vendite nelle ultime sedute. Il gruppo attivo anche nel trading di materie prime, rischia di fare crac se perderĂ  il rating investment grade, ma una nota di Citigroup positiva ha tranquilizzato gli investitori. Il settore minerario in generale viene poi favorito dal rialzo dei prezzi dei metalli.

Balza la società tedesca di agrochimica K+S, sulla scia delle voci circa un interessamento da parte della rivale Potash. Tra i titoli in forte ribasso spicca il gruppo telecom Altice, sui cui pesa l’annuncio di un aumento di capitale necessario per completare l’acquisto di Cablevision.

Nella regione Asia Pacifico, l’indice generale MSCI, che non comprende il Giappone, ha guadagnato l’1% circa. L’indice di Tokyo Nikkei ha chiuso in rialzo dell’1,92%.

Dal fronte macro le notizie sono pero’ state preoccupanti. L’attività nelle fabbriche cinesi è scesa ai minimi di sei anni in settembre, mentre la crescita del settore dei servizi, uno dei punti di forza della seconda economia al mondo, si è quasi fermata. Questo aumenta i timori circa un rallentamento della potenza asiatica.

L’indice manifatturiero di HSBC è sceso a 47,2 da 47,3 punti, toccando il punto più basso da marzo 2009. L’indicatore composito è sceso a 48 da 48,8, scivolando su livelli minimi mai visti da quando Caixin ha iniziato a registrare i dati. Un anno fa l’attività era pari a 52,3 punti.

Sul valutario, euro in ripresa sul dollaro a 1,1193 (+0,14%). Rispetto al franco svizzero avanza +0,27% a 1,0908. Sulla sterlina cede lo 0,06% a 0,7383. Il tasso di cambio yen dollari scivola dello 0,22% a 119,62 dopo aver sfiorato quota 120 in mattinata.

Tra le materie prime si stabilizzano i prezzi dell’oro, in area 1.116 dollari l’oncia (+0,1%). I futures sul petrolio vedono piu’ che dimezzati i guadagni iniziali e al momento fanno registrare un progresso dello 0,69% a 45,40 dollari al barile. I contratti sul Brent lasciano invece sul campo lo 0,31% a 48,22 dollari al barile.

(DaC)