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Derivati: “Voragine da 42 miliardi coperta da omertà di Stato”

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ROMA (WSI) – Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi si starebbe preparando ad apporre, in base alla legge 127/2007, il segreto di stato sui contratti derivati che sono stati stipulati dal Tesoro negli anni ’90, e che si sono tradotti in perdite di 16,9 miliardi di euro nel triennio 2012-2014. Questo, dopo che nel blog di Grillo si denuncia chiaramente che “la Commissione accesso agli atti amministrativi di Palazzo Chigi ha risposto ‘niet’ al ricorso del M5S che voleva vederci chiaro”.

Una settimana fa, la presentazione di un esposto denuncia di ben 90 tra deputati e senatori del M5S – oltre al presidente di Adusbef – nelle mani proprie del Procuratore Capo della Repubblica di Roma dott. Giuseppe Pignatone, in cui venivano prospettate le ipotesi di reato di “Sottrazione di atti o documenti concernenti la sicurezza dello Stato” (art. 255 c.p.) e Usurpazione di potere politico (287 c.p.) proprio in virtù del fatto che il diniego ai rappresentanti di una delle principali forze politiche presenti in Parlamento, non fosse supportato dal vincolo del segreto di Stato.

Esplode la polemica nei banchi dell’opposizione.

“Soltanto nel breve periodo intercorso tra il 2011 e il 2014 l’Italia ha pagato quasi 17 miliardi alle banche controparti, tra perdite reali e potenziali, sulle scommesse ‘swap’ fatte sui tassi dei nostri titoli di debito. Il rischio di esborsi potenziali futuri per la Repubblica è addirittura di 42 miliardi”. Sul tema derivati va all’attacco il leader del M5S Beppe Grillo, direttamente dal suo blog.

L’articolo “L’omertà di Stato sullo scandalo dei derivati ” sottolinea che “il rischio di esborsi potenziali futuri per la Repubblica è addirittura di 42 miliardi, in pratica quasi due manovre del governo Renzi. Eppure i cittadini, che potrebbero veder sparire in una voragine tante risorse che provengono dalle loro tasse, non hanno diritto a sapere cosa c’è scritto in quei contratti. Questo almeno dice la Commissione accesso agli atti di Palazzo Chigi”.

L’articolo continua: “il M5S, che fa parte di questa commissione con la deputata Laura Castelli, si sta opponendo con tutte le forze al muro di gomma. Ma allora?? Chi è titolato a vedere questi contratti finanziari derivati se non i rappresentanti dei cittadini? Per il governo soltanto le stesse banche, che peraltro sono le controparti del Tesoro. Nella scorsa legge di stabilità il governo ha propinato e fatto approvare dal Parlamento una norma che autorizza il Tesoro a stipulare e versare come liquidità i titoli di stato su conti delle controparti per garantire la copertura delle scommesse comprese in questi contratti. Eppure a noi non è dato sapere nulla. Siamo di fronte a un segreto di Stato di fatto. Cosa si cela in quei contratti? Azzardo? Interessi? Scelte sbagliate? Danno erariale? Sono domande alle quali il M5S esige una risposta”.

Ecco, di conseguenza il doppio esposto presentato dal Movimento 5 Stelle di 10 giorni fa: uno alla procura di Roma e l’altro alla Corte dei conti, per chiedere che venga fatta luce su quei contratti che il Tesoro ha stipulato negli anni con le principali banche d’affari.

“Il diniego ricevuto oggi verrà stampato e aggiunto ai 24 allegati all’esposto presentato dal M5S la scorsa settimana in Procura. A questo punto, se ci saranno delle responsabilità penali dovute al diniego di trasparenza, le stesse non potranno che essere estese a tutti i soggetti, compresa la commissione, che finora hanno contribuito a secretare di fatto questi documenti”, si legge nel blog di Grillo.

Elio Lannutti, presidente di Adusbef, commenta su Twitter: “Non è possibile apporre il segreto di Stato sui derivati. La Procura di Roma, deve attivare immediati sequestri”. E ancora: #Derivati: se il #Governo dovesse apporre il segreto di Stato, lo impugneremo .