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Borsa Milano scivola con Eurozona. Dubbi su estensione QE

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MILANO (WSI) – Non supportata da market mover positivi, Piazza Affari chiude in ribasso con l’indice di riferimento Ftse Mib che registra un calo dello 0,67% a 22.216,27 punti. “Siamo nella parte alta del trading range su tutti gli indici e questo giustifica il ritracciamento in assenza di buone notizie”, ha spiegato a Reuters un senior trader di Piazza Affari.

Sotto pressione le banche, come Mps e Mediolanum. Fa eccezione Unicredit (+3%), che è stata favorita dall’ipotesi di cessione degli asset di Bank Austria. Oltre ai finanziari, male anche auto, lusso ed energia. Perdita particolarmente grossa per Saras, con il gruppo di servizi petroliferi che vale ora meno del prezzo di collocamento di 1,9 euro del socio Rosneft. La lettera si abbatte impietosa anche su Eni, Ferragamo e Tenaris.

Mercati europei colpiti dal sell, l’indice azionario europeo Stoxx Europe 600 è sotto pressione, dopo aver riportato tre sessioni consecutive di guadagni, chiudendo ieri al record dallo scorso agosto. Dopo le vendite trimestrali che sono state alimentate dai timori per la Cina e dallo scandalo Volkswagen sulle emissioni, lo Stoxx Europe ha segnato un recupero, questo mese. Rispetto ai valori massimi segnati ad aprile, rimane tuttavia in calo -12%.

Gli smobilizzi sui bancari sono stati alimentati da un rapporto della Bce, da cui è emerso che i criteri utilizzati dalle banche per l’erogazione dei prestiti si sono ammorbiditi per il sesto trimestre consecutivo. Tuttavia la Bce ha anche ammesso che il suo piano di QE zavorrerà la reddività di queste banche nei prossimi sei mesi. Nel commentare la notizia John Plassard, di Mirabaud Securities, ha sottolineato che l’analisi dà al Consiglio direttivo della Bce meno ragioni per rafforzare il Quantitative easing, quando si riunirà dopodomani, giovedì 22 ottobre.

“Il mercato è deluso, in quanto se c’è un miglioramento (del credito), sicuramente non ci sarà espansione degli acquisti. Le buone notizie sono cattive notizie. Draghi probabilmente continuerà a dire che la Bce utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione” in caso di peggioramento dell’economia.

A zavorrare l’azionario europeo, oltre ai bancari, i minerari, che si confermano il settore peggiore tra quelli rappresentati nello Stoxx Europe 600.

A livello societario, acquisti sul titolo Actelion, della società farmaceutica svizzera, oltre +4% dopo che l’azienda ha rivisto al rialzo le stime sugli utili del 2015, grazie alle vendite del suo nuovo farmaco per il trattamento di una malattia rara ai polmoni.

Sempre dalla Svizzera, notizie negative invece per i colossi degli orologi Swatch e Cie.Financiere Richemont, dopo la notizia delle esportazioni di orologi svizzeri, che hanno sofferto la flessione trimestrale piĂą forte dal 2009.

Dopo la pubblicazione, nella giornata di ieri, del Pil cinese, che è salito di “appena” il 6,9%, al tasso minimo dal 2009, sui mercati sono stati confermati i timori di un rallentamento dell’economia cinese, e sulle conseguenze sul comparto delle commodities. Nelle ultime ore forti vendite hanno colpito i futures sul petrolio Usa sono scesi fino a quasi -3% a $45,89 al barile, mentre il contratto sul Brent è scivolato -3,7% a $48,80 nelle ultime ore di contrattazioni di lunedì. Il tentativo di recupero, nei mercati asiatici, è stato zavorrato dai timori sulle condizioni di salute dell’economia globale e sull’eccesso di offerta.

Detto questo, i contratti sul greggio viaggiano in rialzo. Nel tardo pomeriggio italiano i futures sul petrolio WTI fanno +0,96% a $46,33 al barile, mentre il Brent segna un +0,19% a $48,70. L’oro fa +0,36% a $1.175 l’oncia.

In Eurozona confermate le preoccupazioni sulla minaccia della deflazione, con i prezzi alla produzione che in Germania sono scesi piĂą delle attese, -2,1% su base annua a settembre. A questo punto, la palla passa alla Bce, che si riunirĂ  dopodomani 22 ottobre per adottare eventuali nuove misure di politica monetaria. Si spera in un rafforzamento o estensione del QE.

Domani sarà la volta invece della riunione dell’Opec a Vienna, dove saranno presenti anche altri paesi produttori di petrolio, come la Russia e dove il Venezuela insisterà per tornare sui tagli dell’offerta, al fine di permettere alle quotazioni di oscillare almeno attorno ai $70.

Sui mercati valutari, la moneta unica conferma i rialzi sul dollaro dopo la pubblicazione dei dati macro Usa. Il tasso di cambio euro/dollaro è in progresso del +0,12% a $1,1341. Dollaro/yen +0,34% a JPY 119,91. Euro/sterlina +0,14% a GBP 0,7335. Euro/franco svizzero piatto (+0,01%) a CHF 1,0832.

Sui mercati asiatici, Tokyo positiva con +0,42%, Hong Kong -0,37%, Shanghai +1,11%, Sidney -0,65%, Seoul +0,45%.
(Lna-DaC)