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Credit Suisse corre ai ripari: aumento di capitale da 5,6 miliardi

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GINEVRA (WSI) – Sarà la morte del segreto bancario, saranno le nuove regolamentazioni della finanza, sarà la crisi economica perdurante in Europa. Fatto sta che il business della gestione del patrimonio di Credit Suisse ha sicuramente subito un brutto colpo l’ultimo trimestre.

A zavorrare la banca svizzera sono stati sopratutto l’investment banking, il reddito fisso, il trading e il crollo del 31% dell’utile pre-tasse del private banking. Utile netto si è attestato a 779 milioni di franchi, sotto gli attesi 858 milioni.

La banca è allora corsa ai ripari, varando un aumento di capitale in due puntate per un importo pari a 6 miliardi di franchi svizzeri, circa 6,3 miliardi di dollari, 56 miliardi di euro. La decisione è arrivata dopo i risultati deludenti del terzo trimestre, che hanno visto una una perdita pre-tasse dell’investment banking e un crollo del 31% dell’utile pre-tasse del private banking e wealth management.

In calo l’utile netto, che è sceso a 779 milioni di franchi svizzeri da 1,03 miliardi di franchi registrati nello stesso trimestre del 2014 e anche i ricavi netti dalle vendite del reddito fisso e dal trading sono crollati del 52% a 674 milioni di franchi.

Dovrà rimettere in sesto i conti della banca elvetica il nuovo CEO Tidjane Thiam che ha così deciso per un aumento di capitale entro la fine del 2017 attraverso un’offerta in opzione e un private placement.

(Aca-DaC)