ROMA (WSI) – L’ACI potrebbe fare le prove su strada per il controllo dei gas di scarico. A dirlo il presidente dell’Automobili Club Italiano, Angelo Sticchi Damiani nel corso di un’audizione alle Commissioni riunite Ambiente e Industria al Senato.
Parlando in merito al dieselgate, lo scandalo che si è abbattuto sulla Volkswagen per il software truccato sulle emissioni delle sue vetture a diesel, il numero uno dell’Aci, consapevole di avere non solo il know how, ma anche le capacità tecniche e i circuiti, candida l’ente a svolgere le attività con prove su strada.
In merito ai fatti della casa di Wolfsburg ammette Sticchi: “Siamo stupiti da quello che è successo e ci siamo resi conto che qualcosa non ha funzionato”. “Oltre che a comportamenti che non sono stati assolutamente in linea, tra acquirenti e venditore, ci sono state anche delle smagliature nel sistema di controllo e di omologazione”.
“Quello che interessa sapere” – dice Sticchi – “sono le emissioni effettive che poi impattano sulla salute delle persone. Bisogna andare verso delle prove quanto più vicine all’uso normale e quotidiano dell’automobile”. Poi ha osservato: ”Non è solo responsabilità dei costruttori, ma anche di coloro che omologano e verificano la corrispondenza delle automobili”.
E se la normativa prevede che “le prove di laboratorio possano essere fatte da qualunque Paese dell’Unione europea e riconosciute dagli altri Paesi” – sostiene il presidente di Aci – “‘servirà armonizzare tutte le normative che ci sono in Europa. Non ha senso che l’Italia si comporti in maniera virtuosa quando continuerebbero a circolare auto omologate all’estero dove le normative sono diverse”.
Intanto la Toyota annuncia il richiamo di circa 6,5 milioni di auto per un difetto rilevato agli alzavetri elettrici il cui interruttore sarebbe a rischio di cortocircuito e di possibile incendio. Yaris, Corolla, Camry e RAV4 prodotti tra il 2005 e il 2010 sono i modelli coinvolti dal richiamo.
(Aca)