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Borsa Milano corre +2% post Bce. Euro buca $1,12, spread sotto quota 100

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MILANO (WSI) – Borsa Milano applaude alle parole di Mario Draghi, numero uno della Bce, che ha spiegato come forse già da dicembre il piano di allentamento monetario straordinario (Quantitative Easing) sarà potenziato. Inoltre i tassi potrebbero essere ritoccati ulteriormente al ribasso.

Draghi ha parlato nella consueta conferenza stampa che segue la decisione sui tassi in Eurozona (lasciati invariati ai minimi storici). A Piazza Affari, il Ftse Mib ha fatto un balzo del +1,96% a 22.609,98 punti.

Il banchiere ha detto che a dicembre il piano di acquisto di titoli di stato dell’Eurozona sarà riesaminato, e forse esteso, alimentando le speculazioni sul rafforzamento del piano inaugurato agli inizi di quest’anno e attualmente del valore di 1.100 miliardi di euro, liquidità pompata nel mercato al ritmo di 600 miliardi al mese di Bond comprati.

Non solo: il numero uno della Bce ha sorpreso i mercati, quando ha affermato che nel Consiglio direttivo dell’istituto si è discusso anche della possibilità di abbassare ulteriormente i tassi, anche quelli sui depositi, che sono già negativi.

Immediata la reazione dei bond sovrani europei. Oltre al calo dell’euro, sui mercati si è registrato infatti un improvviso calo dei tassi governativi con lo spread Italia-Germania sceso sotto i 100 punti base per la prima volta da marzo.

Il differenziale tra i rendimenti decennali è sceso oltre -4%. Tassi sui BTP decennali -6% circa all’1,50%, tassi sui Bund oltre -9% allo 0,52%.

In calo, in generale, tutti i rendimenti dei titoli di stato europei, con i tassi decennali spagnoli crollati all’1,686%. Tutti i rendimenti dei bond tedeschi che hanno una scadenza fino a sei anni sono negativi. In particolare, il tasso a due anni ora è a -0,306%.
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Sull’indice Ftse Mib i bancari recuperano terreno, ma permane in chiusura qualche raro segno negativo. Tra questi BPM in calo di circa il 4% dopo che sono uscite nuove indiscrezioni sul partner scelto per il consolidamento. La popolare milanese ha pagato le voci che danno sempre più probabile una fusione con Banca Carige, le cui quotazioni balzano invece oltre +4%.

Tra gli altri settori, anche Saipem chiude in rosso, seppur lieve (-0,12%). I migliori sono Telecom, Luxottica e Generali. Bene anche Azimut e CNH Industrial: tutti e cinque questi titoli hanno realizzato rialzi compresi tra il 3,5% e il 5%.

L’euro ha accentuato i ribassi dopo aver rotto tutti i supporti di breve. Bucata anche la soglia di $1,12, perdendo oltre -1,45% e precipitando fino a $1,1175; dollaro/yen +0,30% a JPY 120,29. Forti perdite dell’euro anche sullo yen, -1,24% a JPY 134,31. Euro/sterlina -1,43% a GBP 0,7248. Euro/franco svizzero -0,30% a CHF 1,0847.

Prima della serie di annunci da parte di Draghi, la moneta unica aveva riportato un trend piuttosto anemico. Stando a quanto fa notare un articolo di Bloomberg, l’euro aveva perso nel corso dell’ultima settimana, appena -0,4% rispetto al dollaro, soffrendo la perdita più contenuta dopo quella della sterlina inglese e la corona danese. Detto questo, il costo relativo da sostenere per proteggersi contro un eventuale calo dell’euro contro la valuta Usa, era salito per il sesto giorno consecutivo a 0,64 punti percentuali, al massimo dallo scorso 17 luglio.

“L’Eurozona rimane in uno stato di pericolo, specialmente con l’inflazione che è scesa al di sotto dello zero. Ora Mario Draghi deve concentrarsi sull’obiettivo di prevenire un periodo prolungato di deflazione, e l’outlook per la crescita è molto lontano dall’essere positivo”, ha commentato Dennis de Jong, managing dirctor presso UFX.com. “Il rallentamento della Cina e di altri mercati emergenti rappresenta una forte minaccia allo stato di salute dell’Eurozona”.
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Alex Lydall, trader senior di Foenix Partners, ha detto: “Mario Draghi ha provocato un terremoto nei corridoi della Bce e in Eurozona questo pomeriggio, con dichiarazioni fortemente da colomba. Il suo tono indica che la Bce è certamente pronta a espandere il pacchetto di stimoli, visto che si è parlato della necessità di riesaminarlo a dicembre. Nel parlare di nuovo dei rischi al ribasso sulla crescita e delle prospettive sull’inflazione, (Draghi ha lasciato intendere) che in cantiere c’è un taglio dei tassi sui depositi”.

In ripresa l’indice azionario europeo di riferimento, lo Stoxx Europe 600 Index, che è riuscito a scampare nelle ultime settimane al mercato orso per appena due punti percentuali, recuperando +6,9% (stando ai dati della chiusura di ieri) dai minimi, ma rimanendo a un valore inferiore -12% rispetto al record di aprile.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio WTI fanno +1,50% a $45,88 al barile, mentre il Brent segna un +1,25% a $48,45. L’oro -0,25% a $1.164,31 l’oncia.

Da segnalare nelle ultime ore l’allarme del Fondo Monetario Internazionale che, nell’outlook di crescita in Medio Oriente, Nord Africa, Afghanistan e Pakistan (MENAP), avverte che il caos politico in Medio Oriente e il forte ribasso dei prezzi petroliferi alimentano il senso di urgenza , nei paesi esportatori di petrolio, di fare qualcosa per compensare il brusco calo delle entrate dovuto al minor ricavato che arriva dalle vendite di petrolio.

Le stime dell’Fmi per l’area sono di un rialzo del Pil +2,5% nel 2015, in calo rispetto al +2,7% dello scorso anno e al di sotto -0,5% rispetto alle ultime previsioni di maggio.

Da parte loro i mercati asiatici hanno chiuso invece in calo, con l’indice di riferimento arretrato dai massimi in due mesi, sulla scia dei ribassi che hanno colpito Wall Street. Hanno perso soprattutto i titoli delle società industriali. L’MSCI Asia Pacific Index ha così ceduto rispetto al massimo dallo scorso 19 agosto testato alla vigilia. Il rally dell’indice benchmark rimane comunque corposo a ottobre, pari a +8,7%.

Tra i singoli listini, il Nikkei di Tokyo -0,64%, Hong Kong -0,64%, Sidney +0,30%, Shanghai in forte ripresa nel finale, con +1,47%, Seul -0,98%.

(Lna-DaC)