ROMA (WSI) – Taglio alle pensioni sopra i 2.000 euro, al fine di finanziare le misure previdenziali inserite nella Legge di Stabilità 2016 come l’ampliamento della no tax area, il part time per gli over 63enni e l’opzione donna. La rivalutazione riguarderà le pensioni superiori a 4 volte il minimo (dai 2mila euro in su) per il biennio 2017 e 2018.
Con – tra le altre misure – l’abolizione della Tasi sulla prima casa, la conferma dell’Imu sull’abitazione principale di lusso come castelli e palazzi storici e il canone Rai in bolletta, il disegno di legge di Stabilità passa oggi al vaglio della Commissione Bilancio.
Le ultime novità riguardano il settore tanto discusso della Previdenza. L’Esecutivo guidato dal Premier Matteo Renzi ha calcolato che tagliare gli assegni medio-alti permette di recuperare le risorse adeguate per avviare le misure di flessibilità previste come l’innalzamento della no tax area, ossia la soglia sotto cui i pensionati non pagano tasse che entrerà in vigore dal 2017.
Con il taglio agli assegni oltre i 2.000 euro inoltre si potrà coprire la novità prevista per gli over 63 anni ossia scegliere il lavoro part time a pochi anni dalla pensione. Risorse disponibili anche per attuare l’opzione donna, che permette alle lavoratrici di andare in pensione a 57 anni con 35 di anzianità contributiva e con il sistema di calcolo contributivo.
Ma cosa significa nel dettaglio che gli assegni previdenziali sopra i 2.000 euro saranno tagliati? Nei fatti, che la rivalutazione automatica delle pensioni al costo della vita si fermerà ad una certa soglia, come spiega un articolo del Corriere della Sera.
In particolare per gli anni 2017-2018 per gli assegni fino a 3 volte il minimo, ossia circa 1500 euro, ci sarà la rivalutazione piena al 100%, al 95% invece per gli assegni sopra 3 volte e fino a 4 volte il minimo. Le pensioni superiori a 4 volte il minimo previsto e fino a 5, subiranno una rivalutazione del 75% invece che al 90%, mentre quelle sopra 5 volte e fino a 6 volte il minimo, avranno una rivalutazione al 50% invece che al 75%. Infine per gli assegni superiori a 6 volte il minimo previdenziale l’indicizzazione sarà al 45% e non al 75%.
“Un intervento organico” sulle pensioni è quello che chiede il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, secondo cui “è davvero molto importante fare la riforma delle pensioni per la flessibilità in uscita, ma anche per il ricambio all’interno della PA. Aggiunge Boeri: “Ci aspettavamo di più e questo sarebbe stato possibile anche nel quadro di una manovra espansiva, ma fiscalmente responsabile”. (ACA)