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Borsa Milano in mano ai rialzisti. Euro su dopo Draghi

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MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude in rialzo mettendo a segno un rimbalzo, di pari passo con il resto dei listini azionari europei. Il listino Ftse Mib ha fatto +0,18% a 22.482,39 punti. Bel balzo di Snam (+3,35%) e Terna, male invece Luxottica (-3,76%) e qualche popolare come Banco Popolare e Ubi Banca.

Gli investitori guardano alla pubblicazione dei dati relativi all’attività manifatturiera dell’Eurozona e dei singoli paesi membri. Bene anche il dato del Regno Unito, in quello che è stato ribattezzato il “Manufacturing Monday”, ovvero il Lunedì dedicato ai dati sulle condizioni di salute del settore manifatturiero.

Gli indicatori europei riescono a smorzare così il pessimismo successivo alla pubblicazione del Pmi cinese. In generale, Markit ha reso noto che l’indice manifatturiero finale dell’Eurozona si è attestato a ottobre a 52,3 punti, dai 52 di settembre. Howard Archer di IHS Global Insight fa notare che:

Guardando al lato positivo, in generale la crescita delle esportazioni si è attestata al massimo in quattro mesi, nel mese di ottobre. Sebbene si tratta di dati che includono il commercio all’interno dell’area, la sensazione è che l’Eurozona, fino a questo momento, non è stata colpita in modo significativo dal rallentamento in atto in Cina e nei mercati emergenti. La crescita degli ordini totali è migliorata a ottobre al massimo dall’aprile del 2014, elemento che sostiene le speranze di un ulteriore miglioramento dell’attività manifatturiera nei due mesi finali del 2015. Tra i paesi membri dell’Eurozona, l’espansione manifatturiera è accelerata in modo incoraggiante in Italia (a 54.1 da 52,7), e ci sono stati aumenti anche in Olanda (a 53,7 da 53), Austria (al massimo in 20 mesi a 53, da 52,5) , fa notare

Archer ha anche riportato come l’indice Pmi della Francia sia rimasto invariato rispetto a settembre a 50,6, e che la crescita manifatturiera della Germania ha rallentato il passo lievemente a ottobre (a 52,1 dai 52,3 di settembre). Focus anche sull’espansione della Spagna, che ha rallentato in modo significativo al minimo in 22 mesi. Bene l’indice Pmi manifatturiero del Regno Unito, salito a 55,5 contro i 51,3 attesi e rispetto ai precedenti 51,8 (rivisti al rialzo dai precedenti 51,5), al record dal giugno del 2014.

Euro in rialzo per il terzo giorno consecutivo nei confronti del dollaro, dopo le dichiarazioni di Mario Draghi, presidente della Bce, che ha suggerito che un ulteriore round di stimoli monetari e il rafforzamento del Quantitative easing potrebbe non essere necessario, quando i membri del Consiglio direttivo della Banca centrale europea si riuniranno a dicembre.

Allo stesso tempo, il governatore della Bank of Japan Haruhiko Kuroda si è astenuto dal rafforzare le proprie manovre di politica monetaria espansiva, alla fine della scorsa settimana. La moneta unica registra un guadagno +0,18% a $1,1026, dopo essere salito +0,8% nelle precedenti due sessioni. Euro franco svizzero -0,11% a 1,0861. Nei confronti della sterlina +0,14% a 0,7143. Verso lo yen, il dollaro è poco mosso a quota 120,72. Sotto pressione il Bloomberg Dollar Spot Index.

Se saremo convinti che il nostro target di inflazione di medio termine è a rischio, assumeremo le decisioni neessarie. Vedremo se un ulteriore stimolo sarà necessario, ha detto Draghi, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore e pubblicata sabato.

In ogni caso, ha precisato, è troppo presto per dire se ci sarà bisogno di un ulteriore calo dei tassi sui depositi (già negativi). Intanto, sulla scia delle speculazioni secondo cui Mario Draghi comunque agirà a dicembre, gli hedge fund e altri grandi speculatori hanno incrementato le loro posizioni ribassiste nei confronti dell’euro di 43.368 contratti, a quota 105,934, nella settimana che è terminata lo scorso 27 ottobre.  Si è trattato del maggior incremento da quando Bloomberg ha iniziato a raccogliere i dati sull’euro, nell’anno del suo debutto, ovvero nel 1999.

Tra le valute emergenti, boom della lira turca che, dopo la notizia della vittoria schiacciante del partito del presidente Erdogan balza del +4,6%, riportando il guadagno maggiore dal 2008 nei confronti del dollaro. La valuta è salita +3,8% lo scorso mese, registrando il rialzo su base mensile più forte dal gennaio del 2012, sulla scia dell’ottimismo sul ritorno della stabilità nel paese. Acquisti scatenati anche sulla Borsa di Istanbul, con l’indice di riferimento che mette a segno un balzo oltre +5%.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio WTI perdono -0,82% a $46,21. Brent -0,97% a $49,08. Oro -0,61% a $1.135,18 l’oncia.

In Europa, focus sullo Stoxx 600, l’indice benchmark dell‘azionario europeo, reduce dal rally +8% a ottobre, dunque dal balzo più sostenuto su base percentuale dal luglio del 2009. Molto bene anche il FtseEurofrist 300 Index, +8,1% a ottobre, il trend migliore – sempre su base percentuale – in sei anni.

Di nuovo notizie negative dal fronte economico cinese, con la pubblicazione dell’indice Pmi manifatturiero che si è attestato in fase di contrazione per il terzo mese consecutivo. Il dato ha confermato i timori di coloro che ritengono che l’attività manifatturiera cinese non abbia toccato ancora il fondo, complice il calo della domanda globale e l’acuirsi delle pressioni deflazionistiche.

L’Ufficio Nazionale di Statistica della Cina ha reso noto che l’indicatore, relativo al mese di ottobre, è rimasto invariato a 49,8 punti, al di sotto dunque della soglia a 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto), e fase di espansione (valori al di sopra).  Diffuso anche il Pmi non manifatturiero, barometro dello stato di salute dei servizi del settore costruzioni, calato a 53,1 a ottobre dai 53,4 di settembre, al valore più basso dal dicembre del 2008.

Tornando al Ftse Mib, da segnalare che la divisione di ricerca del colosso bancario Barclays consiglia di andare “underweight” su Eni.  Il target di prezzo è stato comunque lasciato livelli superiori a quelli di Borsa, ovvero a 19 euro.

I titoli trattano con un multiplo di ev-ebitda atteso per il 2016 di 5,3 volte cosi’ non vediamo le azioni più nteressanti dei competitor. Reiteriamo la raccomandazione di Underweight con target di prezzo a 19 euro.

In Asia ha prevalso il segno negativo, con l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo -2,10% a 18.683,24; Hong Kong -1,19%, Shanghai -0,13%.