Ferrari, le ragioni alla base del successo dell’Ipo a Wall Street
Il debutto di Ferrari a Wall Street è stato più che positivo. Il titolo, dopo essere schizzato in avvio di contrattazioni del 16%, ha chiuso la seduta con un aumento del 5% a 55 dollari sopra i 52 dollari del prezzo di collocamento. Quali le ragioni di tanto successo. Secondo Pietro Boggi di Frost & Sullivan “le implicazioni finanziarie di questo IPO sono abbastanza chiare, con gli investitori che hanno premiato il gruppo per via degli alti multipli. Il marchio Ferrari è percepito come brand in competizione nel settore del lusso, piuttosto che nel molto meno redditizio comparto automobilistico. Il margine operativo della Ferrari è infatti circa il 14 per cento, con un obiettivo del 15 per cento entro la fine del 2015, leggermente al di sotto del 16 per cento di Prada e in linea con i concorrenti come Lamborghini e Porsche – tutti in competizione con Ferrari nella nicchia altamente redditizia delle auto di lusso”.
Breaking news
Finale perlopiù positivo per le borse europee, con il Ftse Mib di Piazza Affari in progresso dello 0,47% a 35.204,26 punti. Balzo di Iveco Group (+6,2%), ben intonate anche Moncler (+2,1%) e Brunello Cucinelli (+2,6%), quest’ultima dopo i dati sui ricavi del terzo trimestre. In calo invece Saipem (-3,4%), deboli Diasorin (-0,9%) ed Eni (-0,4%). […]
La seduta di Wall Street apre in rialzo grazie alla spinta di Apple e Netflix, con il Nasdaq in crescita. Nonostante una chiusura leggermente in calo ieri, i principali indici mostrano segni positivi grazie a dati macroeconomici favorevoli. Tuttavia, il petrolio Wti segna una diminuzione del prezzo al Nymex.
Il mercato edilizio americano ha subito una contrazione a settembre 2024, con un calo dello 0,5% nei nuovi cantieri avviati e una diminuzione del 2,9% nei permessi edilizi. Le aspettative degli analisti prevedevano un calo meno marcato nei permessi.
I mercati azionari cinesi hanno chiuso in netto rialzo, con l’indice Hang Seng di Hong Kong in aumento del 3,61% e lo Shanghai Composite del 2,91%. Questo avviene dopo le nuove misure di finanziamento della banca centrale cinese. Il PIL del terzo trimestre è cresciuto del 4,6%, superando le previsioni, ma non ha influenzato negativamente le contrattazioni.