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Telecom non teme scalata francese. Ma “capitali non hanno passaporto”

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PARIGI (WSI) – Un incontro doveroso “visto che è diventato un azionista di rilievo”. Così Recchi, presidente di Telecom Italia, commenta la visita fatta due giorni fa a Parigi all’imprenditore Xavier Niel che ha oggi in mano il 15% della società. Intervistato dal Corriere della Sera, Recchi parla a tutto campo del recente ingresso di Niel, dei suoi obiettivi, di una possibile intesa con Vivendi e delle prospettive future del principale gruppo ICT italiano.

“Ho visto un imprenditore molto competente, con una storia personale ben nota che è presente in diversi paesi con un focus soprattutto sulle telecomunicazioni. E ogni investitore è benvenuto, ancora di più se può apportare competenze, input, suggerimenti”.

Gli stimoli che deriveranno alla Telecom dall’ingresso definito “amichevole” di Xavier Niel in Telecom Italia per il presidente Recchi si riverseranno sia sul business model che sull’efficienza operativa del gruppo, in Brasile e in Italia. Recchi ha ricordato che la società ha varato un piano che prevede 10 miliardi di investimenti in tre anni, “il più grande in corso in qualunque settore industriale in Italia”.

E su una possibile tra Niel e Vivendi, l’ingegnere a capo di Telecom la esclude completamente considerando le ultime dichiarazione dell’a.d. di Vivendi nonchè di Niel. E contro chi avanza timori che Telecom possa diventare un terreno di battaglia di contendenti francesi, Recchi non ha dubbi.

“Dal punto di vista degli interessi del Paese, Telecom resta e resterà una azienda italiana: italiane sono le sue competenze, il suo know how sviluppato in oltre 50 anni, le sue persone e infrastrutture, Ma a livelli di azionariato, essendo quotati, sappiamo tutti che non c’è niente di più globale dei capitali. I capitali non hanno passaporto, l’importante è che arrivano da noi e che aiutino le nostre aziende a crescere”.

Accenno anche al discorso Metroweb, su cui Recchi si dichiara molto impegnato al fine di superare eventuali ostacoli industriali e regolatori, ma conferma che la banda ultralarga si farà. L’intervista si conclude mettendo in rilievo le prospettive generali di Telecom e della sua struttura azionaria, per cui Recchi non fornisce ulteriori precisazioni.

“Abbiamo un consiglio ben amalgamato, competente e attivo, di 13 elementi, nominati dall’assemblea, un numero che potremmo aumentare con un passaggio assembleare. Ma ad oggi non ci è stato manifestato alcun interesse ad entrare nel board, né ci sono richieste (…) Non commento ciò che riguarda la nostra strutturazione azionaria, ho sempre detto che tutti i soci sono benvenuti. Telecomè quotata, chi ne vuole comprare quote è libero di farlo. Quello che conta è continuare a correre con investimenti sostenibili”.

Da segnalare che la partecipazione di Niel, si apprende dalla comunicazione alla Consob, risulta composta da una partecipazione potenziale pari al 10,033% del capitale con diritto di voto derivante dalla stipula di sei differenti contratti di opzione “call” a cui si aggiungono “altre posizioni lunghe pari al 5,109% del capitale con diritto di voto”. (ACA-Lna)