ROMA (WSI) – Mentre continua a tener banco il dossier pensioni, arriva una bella doccia fredda, l’ennesima, per i pensionati italiani. Nel 2016 non ci sarà alcun aumento per i trattamenti previdenziali, anzi a ben vedere bisognerà anche restituire qualcosa. A lanciare l’allarme il Corriere della Sera che calcola come l’inflazione restando a quota zero nel prossimo anno congelerà gli importi delle pensioni ma anche degli stipendi degli italiani.
I fatti son questi: entro il 20 novembre prossimo dovrebbe essere indicato con un apposito decreto il tasso provvisorio di perequazione automatica valevole per il 2016. Il tasso di perequazione deve essere ricavato dall’indice Foi (Indice dei prezzi per la rivalutazione monetaria) relativo ai primi nove mesi dell’anno. In base alle ultime previsioni questo indice dovrebbe attestarsi a quota – 0,1%. Con la conseguenza che gli assegni previdenziali dovrebbero subire un minimi taglio, nonostante la legge disciplinate l’istituto della perequazione automatica delle pensioni fa riferimento solo ed esclusivamente agli aumenti, quindi in sostanza ci sarà una rivalutazione pari a zero.
Cosa significa? Nessun aumento sulle pensioni nel 2016 ma con qualche sorpresa. A ben vedere alcuni pensionati riceveranno a gennaio 2016 un importo dell’assegno previdenziale più basso rispetto a dicembre 2015. Questo perché a inizio 2015 era stato riconosciuto un + 0,3% come adeguamento al costo della vita, ma l’andamento effettivo dei prezzi è fissato allo 0.2%. In altre parole questo decimale in più dovrà essere restituito nella rata di gennaio e febbraio. A conti fatti chi riceve un assegno di 1000 euro lordi al mese nel 2014, a gennaio dovrà restituirne 13.
Eccezion fatta per quegli assegni previdenziali che sono superiori a 3 volte il minimo, quelli cioè da 1500 euro al mese in su. Per essi vale la tutela fornita dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della rivalutazione introdotto dalla manovra salva Italia.