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Presidenziali Usa: entra nel vivo la sfida Repubblicana

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MILWAUKEE (WSI) – La scorsa notte in America è andato in onda sul canale Fox Business il quarto dibattito tra i candidati repubblicani alla guida della Casa Bianca dopo Barack Obama. Dai 10 candidati dei precedenti dibattiti, questa volta a presentarsi sono stati in otto: Donald Trump, Ben Carson, Marco Rubio, Ted Cruz, Carly Fiorina, Jeb Bush, Rand Oaul e Jhon Kasich. Fuori Chris Christie e Mike Hackabee. Il vincitore delle primarie sfiderà il leader dei Democratici alle prossime Presidenziali Usa nel 2016.

A tenere banco l’economia a stelle e strisce,  l’immigrazione e la politica estera. Un vero vincitore non c’è stato, secondo gli analisti ma sicuramente ad avere la meglio sono stati Rubio, Cruz e Paul. Nei sondaggi i primi 3 candidati a livello nazionale sono oltre a Rubio, Donald Trump e Ben Carson, tutti e tre dichiaratisi contrari ad un incremento del salario minimo.

E mentre Trump ha addirittura affermato che oggi gli stipendi sono troppi alti, Jeb Bush ha puntato il dito contro le riforme approvate sotto la presidenza Obama: “Andrebbero tutto abolite per risollevare l’economia” – ha detto Bush.

Scintille sul tema dell’immigrazione. Molto discusso il piano di Trump: espellere dal territorio americano 11 milioni di immigrati irregolari anche se hanno un lavoro e rispettano le leggi. Come? Creando un muro al confine con il Messico, a spese però di quest’ultimo. Irrealizzabile, brutale e troppo estremista secondo la maggior parte dei suoi colleghi, in primis Jhon Kasich che ha interrotto lo stesso Trump.

“Non prendiamoci in giro! Cerchiamo di essere adulti. La deportazione di 11 milioni di persone – dividendo famiglie, separando genitori dai figli – non avverrà mai. Lo sappiamo tutti. Chi è qui deve poter rimanere qui, se rispetta le leggi. Ma bisogna rafforzare il confine per evitare che altri possano entrare”.

Eloquente il silenzio sul tema di Marco Rubio che nella scorsa legislatura aveva anche lavorato con i democratici per una riforma bipartisan sull’immigrazione.

Passando all’economia tutti e 8 i candidati repubblicani alla presidenza degli Stati Uniti d’America concordano che la crisi del 2008 è stata causata dall’eccessiva regolamentazione dei mercati. Le banche in difficoltà dovrebbero essere lasciate fallire anche quelle più grandi  anche se a perderci sono i risparmi dei correntisti.

Infine in tema di politica estera, mentre Carson ha solamente affermato per quanto riguarda l’Isis di “farli sembrare dei perdenti”, Donald Trump ha puntato il dito contro il TPP, il trattato commerciale tra USA e 11 paesi asiatici.

“Non affronta la guerra delle valute con la Cina” – ha detto Trump, ma perentorio risponde Paul: “la Cina non fa parte del TPP”. E se Trump guarda con benevolenza l’intervento di Putin in Russia (“ se vuole prendere a calci l’Isis, per me è il benvenuto”), gli risponde Jeb Bush ricordandogli che l’attuale intervento russo in Siria colpisce i ribelli contro Assad e non l’Isis.

Appuntamento al prossimo dibattito delle primarie del partito di destra il 15 dicembre a Las Vegas in Nevada, mentre per i candidati democratici il prossimo incontro è il 14 novembre a Des Moines in Iowa. Le Presidenziali Usa sono ormai a solo un anno di distanza.