NEW YORK (WSI) – Chiusura in lieve calo per la Borsa Usa sotto il peso del settore sanitario e quello petrolifero, i due comparti che hanno registrato le maggiori perdite. Nel finale, il Dow Jones segna un calo dello 0,02% a 17.732 punti, lo S&P 500 perde lo 0,11% a 2.081 punti mentre il Nasdaq limita le perdite allo 0,03% a 5.073 punti.
Tutto questo mentre gli investitori scommettono su un prossimo rialzo dei tassi Usa  dopo la nuova conferma sullo stato di buona salute del mercato del lavoro
Oggi a questo proposito, le richieste di nuovi sussidi di disoccupazione settimanali sono scese di 5.000 unita’ a quota 271.000. Il dato e’ sostanzialmente in linea alle stime pari a 270.000 richieste. E’ un altro segno della tonicita’ del mercato del lavoro americano, cosi’ come dimostrato dall’ottimo rapporto sull’occupazione di ottobre diffuso a inizio mese.
Da allora le attese per un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve a dicembre sono salite. Gli investitori guardano ai verbali delle ultime riunioni della Banca centrale europea e della Federal Reserve. Mentre i documenti diffusi oggi da Francoforte confermano un possibile aumento degli stimoli da parte dell’Eurotower il 3 dicembre prossimo, quelli pubblicati ieri da Washington alimentano le aspettative per un rialzo dei tassi di interesse il 15-16 dicembre.
Una decisione dal governatore Janet Yellen non e’ ancora stata presa ma a parte qualche contrarian, buona parte dei membri del Federal Open Market Committee si aspetta che il mese prossimo siano raggiunte le condizioni che giustificano una stretta, la prima dal 2006.
Per avere ulteriori spunti su questo tema, trader e gestori si preparano ad ascoltare gli interventi odierni di Dennis Lockhart, presidente della Fed di Atlanta favorevole ad avviare la normalizzazione della politica monetaria Usa, e Stanley Fischer, vicepresidente della Fed.
Difficilmente aggiungeranno piu’ di quanto gia’ non si sappia. Intanto Loretta Mester, presidente della Fed di Cleveland, ha detto ai microfoni di Cnbc di essere fiduciosa che l’inflazione tornera’ a salire verso il target del 2% dell’istituto centrale. Se una stretta sembra quasi certa, e’ il ritmo con cui si verifichera’ su cui si interrogano gli investitori. Stando ai verbali, sara’ particolarmente graduale, cosa che piace ai mercati.
La Federal Reserve, nei suo ultimi verbali, si è detto fiduciosa nell’economia, facendo capire di essere pronta per un rialzo dei tassi a dicembre. Al contempo ha lasciato intendere che se la ripresa non sarà soddisfacente è disposta anche a lanciare misure di stimolo monetario.
Sul fronte macro, segnali positivi sono arrivati anche dal’indice delle attivita’ manifatturiere della Fed di Filadelfia e’ migliorato a 1,9 punti in novembre, la prima performance in positivo dopo due mesi sotto quota zero, cioe’ in territorio di contrazione economica. In ottobre l’indice si era attestato a -4,5 punti.
L’incertezza odierna dei mercati si verifica nonostante il botto registrato nel loro primo giorno di scambi da Square, Match Group e Mimecast: tutte e tre le aziende citata avevano deluso ieri annunciando prezzi di collocamento inferiori alle attese. Square, che offre servizi di pagamento elettronici, ha aperto gli scambi a 11,20 dollari rispetto al prezzo di collocamento a 9 dollari (sotto la forchetta 11-13 dollari). Il servizio online per cercare l’anima gemella Match Group ha iniziato le contrattazioni a 13,5 dollari, sopra il prezzo Ipo pari a 12 dollari. L’azienda specializzata nella sicurezza delle email Mimecast ha debuttato a 11 dollari, un dollaro sopra il prezzo di collocamento .
Sul valutario, euro in timida rimonta sul dollaro dopo aver riconquistato quota 1,070. Al momento in realtà avanza ma il +0,13% non consente alla moneta unica di sfiorare 1,07. L’euro vale $1,0674, 0,6994 sterline (-0,03%), 1,0886 franchi svizzeri (+0,15%) e 131,48 yen (-0,23%).
Dopo aver chiuso la seduta di ieri in rialzo grazie ai dati sulle scorte e alla pubblicazione dei verbali della Fed, il petrolio ha chiuso la seduta al Nymex in ribasso. Il contratto a gennaio ha ceduto 23 centesimi a 41,72 dollari al barile.
Il Brent perde lo 0,84% a quota 43,77. L’oro è poco variato a 1,070 dollari l’oncia.
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