NEW YORK (WSI) – Se l’Opec non interviene con misure volte a stabilizzare il mercato, il prezzo del petrolio finirà per scendere in area 20 dollari al barile. È il parere del ministro del Petrolio venezuelano Eulogio Del Pino.
L’eccesso di offerta nel mercato sta affossando i prezzi e nel 2016 la situazione rischia di degenerare. Anche secondo Goldman Sachs le quotazioni dell’oro nero potrebbero dimezzarsi ulteriormente dopo aver perso circa il 50% del suo valore in un anno.
Parlando ai giornalisti da Teheran, in Iran, il politico del paese sudamericano, il quarto esportatore di greggio al mondo, sta facendo pressioni sugli altri membri del blocco dei maggiori produttori della materia prima per adottare un livello di “prezzo equilibrato” che copra i costi della capacità produttiva dei nuovi investimenti.
L’Arabia Saudita e il Qatar stanno prendendo in considerazione la proposta di Caracas per stabilire un prezzo sugli 88 dollari al barile.
I ministri dei paesi Opec si incontreranno il 4 dicembre per decidere le politiche di prezzo e di produzione del gruppo, in un momento di eccesso di offerta che negli ultimi 12 mesi ha quasi dimezzato le quotazioni dell’oro nero, che si sono abbassate del 45%.
Le forniture dell’OPEC rappresentano circa il 40% della produzione mondiale e hanno oltrepassato il tetto ufficiale di 30 milioni di barili al giorno prodotti fissato dal gruppo per 17 mesi di tempo. L’obiettivo è difendere le proprie quote di mercato dalla concorrenza senza però sacrificare troppo i ricavi provenienti dal business legato alla materia prima.
“Non possiamo permettere che il mercato continui a controllare i prezzi“, ha detto Del Pino, il cui paese sta pagando caro il deprezzamento del petrolio. “Dobbiamo tornare ai capisaldi dell’Opec, il più importante dei quali è quello di agire sui prezzi del greggio. È un nostro dovere”.
Fonte: Bloomberg