Bce: debiti ancora alti ma rischi sistemici vengono da fuori Eurozona
I debiti privati e sovrani sono ancora troppo elevati in alcuni paesi dell’area euro, ma i rischi finanziari sistemici sono bassi nella regione e vengono invece piuttosto dall’esterno. È quanto si evince dall’ultimo report ‘Financial Stability Review’ della Bce.
I rischi di un aumento dei livelli di debito creano preoccupazioni sul piano della sostenibilità. Le banche invece devono temere i bassi livelli di redditività. Una minaccia arriva anche dalle attività del cosiddetto sistema bancario ‘ombra’ collaterale, un gruppo di intermediari finanziari concorrenti che offrono servizi simili a quelli delle banche commerciali convenzionali.
I tassi dei paesi membri dell’area euro, fa sapere sempre la Bce, potrebbero salire se la Federal Reserve apporterà un ciclo di rialzo dei tassi che avrà ritmi più rapidi del previsto. I prezzi dei bond societari sono alti, ma la banca centrale di Francoforte non vede la presena di bolle di asset, né qui né nel settore del mercato immobiliare residenziale.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.
A settembre, i prezzi all’importazione in Italia hanno registrato una diminuzione dello 0,7% su base mensile e dello 0,5% su base annua, principalmente a causa del calo dei prezzi dei prodotti energetici. L’Istat evidenzia questo nuovo trend di ribasso che si discosta dall’aumento dell’1% osservato ad agosto, rendendo evidente l’influenza dei mercati energetici sull’economia italiana.