NEW YORK (WSI) – Chiusura poco mossa per Wall Street che si prepara alla festività del Thanksgiving – Festa del Ringraziamento – che quest’anno cade domani, giovedì 26 novembre. Nel finale, il Dow Jones resta fermo a 17.813 punti, lo S&P 500 perde lo 0,01% a 2.089 punti, mentre il Nasdaq guadagna lo 0,26% a 5.116 punti.
Domani la Borsa americana sara’ chiusa. Riaprira’ venerdi’ con un orario semi-festivo (la chiusura e’ prevista alle 19 italiane rispetto alle abituali 22).
Occhio a una serie di dati che tutto sommato dimostrano il buon andamento dell’economia americana. Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione sono scese nell’ultima settimana di 12.000 unita’ a 260.000 contro attese per quota 270.000. Si tratta di un livello appena superiore ai minimi di 40 anni toccati a luglio. Le spese al consumo sono salite a ottobre (+0,1%) meno delle stime (+0,3%) rispetto al mese prima mentre gli americani hanno aumentato i loro risparmi, segno di una cautela che potrebbe pesare sulla congiuntura negli ultimi mesi dell’anno. I redditi personali sono cresciuti dello 0,4% il mese scorso, come previsto.
Gli ordini di beni durevoli hanno registrato un rialzo a ottobre (+3% su settembre) superiore alle attese (+1,8%), segno che la domanda di prodotti come i frigoriferi si sta riprendendo dopo una generale discesa quest’anno. Il dato di settembre e’ stato leggermente migliorato (-0,8% da -1,2%).
Il dato forse più significativo è il cosiddetto indice Pce (personal consumption expenditures): si tratta del modo preferito dalla Federal Reserve per misurare l’inflazione. Il mese scorso il dato è aumentato soltanto dello 0,1% rispetto a settembre e dello 0,2% rispetto all’anno prima. La componente core è rimasta invariata su base mensile ed è in rialzo dell’1,3% su base annuale. Ottobre rappresenta così il 42esimo mese di fila in cui i prezzi sono rimasti sotto il target annuale del 2% fissato dalla Fed. Resta da vedere se ciò basterà all’istituto centrale, intenzionato ad alzare i tassi di interesse forse a dicembre.
Da segnalare che il dollaro è comunque salito, portando l’euro a scivolare fino a $1,058 nelle prime contrattazioni della giornata.
Il petrolio ha chiuso la seduta odierna in rialzo, sostenuto da scorte settimanali in Usa cresciute ma meno delle previsioni. Il contratto a gennaio ha aggiunto 17 centesimi, lo 0,4%, a 43,04 dollari al barile. Anche il fatto che il numero delle trivelle attive in Usa sia sceso per la seconda settimana di fila ha aiutato a invertire l’andamento delle quotazioni, che a inizio seduta erano in calo per via di prese di beneficio all’indomani di un rally dettato da tensioni geopolitiche.
Sul fronte dei titoli, recupero per Pfizer (+2,82%), ancora un record storico per Nike (+1,22%). Prese di profitto per Microsoft (-1,03%), General Electric (-0,98%) e Boeing (-0,82%).