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Azionario cinese, più del 6% del mercato nelle mani dello Stato

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NEW YORK (WSI) – Ammonta a circa 4.200 miliardi di dollari, pari a oltre il 6% delle azioni complessive scambiate nel mercato, la quota in mano della cosiddetta “squadra nazionale”, ovvero il team d’investitori diretto dal governo che nei mesi scorsi ha fronteggiato la crisi delle borse cinesi con massicci acquisti di titoli societari.

Lo scrive in un articolo il Financial Times, mettendo in evidenza che dopo i crolli della scorsa estate (-40% a fine agosto rispetto al picco registrato il 12 luglio), l’intervento del governo è stato decisivo per risollevare le sorti dell’azionariato cinese. Non è un caso che dai minimi di fine agosto l’indice Shanghai Composite sia cresciuto del 28%.

Secondo la società finanziaria Wind, China Securities Finance Corp e Central Huijin Investment – le due principali istituzioni statali che hanno condotto le operazioni di salvataggio – hanno incrementato le azioni di classe A in loro possesso dal 4,6% di fine giugno al 5,6% tre mesi dopo.

Ma le stime di Wind – secondo quanto riferisce oggi il quotidiano finanziario – non includono le azioni nelle mani di un gruppo di 21 intermediari, “la maggior parte dei quali statali”, che all’inizio del luglio scorso avevano garantito acquisti per 120 miliardi di yuan.

A queste vanno aggiunte, le azioni che non rientrano tra quelle dei primi dieci investitori, che non devono essere obbligatoriamente rese pubbliche. Dunque la quota in mano allo Stato in seguito allo scoppio della bolla nelle piazze di Shanghai e Shenzhen potrebbe andare ben oltre il 6%.

Titoli del settore bancario ed energetico spiccano tra le azioni più comprate. Tra queste Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China; Agricultural Bank of China; China Construction Bank; Bank of Communications; China Petroleum & Chemical Corp; China Everbright Bank; China Minsheng Banking; BOE Technology Group; Petrochina.

Secondo il Financial Times “il ruolo della Squadra nazionale nel sostenere il mercato solleva dubbi sulla sostenibilità del recente rialzo delle azioni, nel caso il governo decida di rimetterle sul mercato”.