MILANO (WSI) – Seduta all’insegna del nervosismo nei principali mercati azionari di Asia ed Europa. A Piazza Affari il Ftse Mib ha ceduto -0,07% a 22.575,18 punti. Movimenti più importanti hanno interessato principalmente il mercato valutario , dove si sono messe in evidenza le vendite sul franco svizzero. La moneta elvetica è scesa al minimo in cinque anni nei confronti del dollaro, sulla scia delle speculazioni secondo cui, in un contesto di accesa guerra valutaria, i nuovi interventi di stimoli monetari da parte della Bce, il prossimo 3 dicembre – prossima settimana – saranno seguiti – o anticipati? – da una pronta risposta della Swiss National Bank (SNB), la banca centrale svizzera.
Ormai lo scenario preventivato è ancora più cupo per la moneta unica: sempre più alto il numero degli analisti che prevede il raggiungimento del livello di parità nei confronti del dollaro addirittura entro fine anno. Di conseguenza, la Svizzera non permetterà al franco di apprezzarsi ulteriormente. Alcuni economisti intervistati da Bloomberg ritengono che la SNB abbia spazio per riiniziare ad acquistare grandi quantità di valute estere per indebolire la moneta.
Il franco è sceso nei confronti del dollaro fino a 1,0328, il livello minimo dall’agosto del 2010, deprezzandosi contro l’euro fino a 1,08959. Focus sugli appuntamenti della prossima settimana che prevedono, oltre al meeting della Bce, anche la riunione dell’Opec e la pubblicazione del report occupazionale Usa, entrambi venerdì 4 dicembre.
La Cina è tornata a spaventare gli investitori: l’indice composito di Shanghai ha chiuso in calo del 5,48%, Shenzen del -6,1% e il Chinext del 6,1%. Il paniere CSI300 ha visto una flessione del 5,38%. Pechino ha lanciato una serie di inchieste per presunte violazioni delle leggi di trading. Altrove nella regione hanno chiuso in rosso anche gli indici ASX, Nikkei (Giappone) e Kospi (Corea del Sud).
A Piazza Affari, tensione su Buzzi Unicem, dopo che l’antitrust ha aperto un’istruttoria contro la big del cemento e altre tre concorrenti del settore. Hanno passato a pieni voti i test Srep sulla liquidità della Bce Mediobanca, Intesa SanPaolo e Bpm le migliori. Promossa anche Mps.
Tra le materie prime, sempre sotto pressione il petrolio. Oro buca quello che Goldman Sachs definisce un livello cruciale, causa lo smobilizzo improvviso di 18.000 contratti che genera un flash crash.
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