Economia

Montenegro nella Nato? La Russia avverte: “reagiremo”

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NEW YORK (WSI) – Non solo Turchia, ora anche la Nato fa infuriare la Russia. La Nato ha infatti ufficialmente invitato il Montenegro a entrare nell’Allenza, scatenando una reazione immediata da parte di Mosca.

Il portavoce del presidente russo, Dmitry Peskov, ha fatto notare che la notizia susciterà di certo una reazione da parte del Cremlino:

“Mosca ha sempre detto a vari livelli che l’espansione della Nato, dell’infrastruttura militare della Nato, a est, naturalmente, non può aiutare, non può che condurre a una risposta dall’est, cioè dalla Russia, nei termini di una garanzia di sicurezza e di un mantenimento della parità di interessi”.

Peskov non ha fornito alcun dettaglio sulla possibile reazione di Mosca, ma Viktor Ozerov, presidente della Commissione di Difesa e Sicurezza del Consiglio della Federazione, ha riferito all’agenzia di stampa statale RIA Novosti che la Russia porrà fine alla cooperazione militare con il Montenegro se il paese farà ingresso nella Nato.

“Montenegro dovrebbe riconoscere che diversi programmi che ha realizzato in precedenza con la Russia…saranno impossibili, nel caso in cui dovesse entrare a far parte della Nato“.

Mentre Istanbul sta oltrepassando ore di elevata tensione per via dell’attentato dinamitardo di ieri pomeriggio, le relazioni diplomatiche della Turchia con la Russia continuano ad essere molto delicate. I toni del presidente turco, Tayyip Erdogan, dopo la durezza delle prime fasi seguite all’abbattimento del cacciabombardiere russo, si stanno gradualmente ammansendo:

“La Turchia non risponderà alle reazioni “emotive” della Russia dopo l’abbattimento di uno dei suoi aerei militari in Siria da parte dell’aviazione turca e non prenderà di mira né i cittadini né gli interessi russi. Adottiamo un approccio misurato di fronte alle iniziative emotive della Russia”.

Economicamente la Russia è molto importante per la Turchia: vale circa il 4% delle esportazioni nazionali e rappresenta il sesto partner commerciale di Ankara. Con ogni evidenza la linea dura di Vladimir Putin, che ha introdotto una serie di sanzioni economiche, ha disposto l’obbligo (al primo gennaio) dei visti d’ingresso per i cittadini turchi e ha invitato i russi a non recarsi in Turchia, sta sta sortendo i suoi effetti.

Ma certo a sua volta la Turchia è infuriata con Mosca, dopo le accuse secondo cui finanzierebbe l’Isis . Accuse che sono state rinnovate qualche ora fa, con il ministero della Difesa della Russia che è tornato sull’argomento, parlando dell’esistenza di tre itinerari attraverso cui il petrolio dell’Isis arriva in Tirchia. Il dicastero ha anche affermato che la prossima settimana presenterà informazioni che dimostrano come la Turchia stia aiutando lo Stato Islamico.

In particolare il vice ministro della Difesa russo, Anatoly Antonov, ha esordito affermando che:

“Oggi, presentiamo solo alcuni dei fatti che confermano che un’intera squadra di banditi e di membri dell’elite turca che ruba il petrolio dagli stati confinanti opera nella regione. Antonov ha anche sottolineato che il presidente turco Erdogan non si dimetterebbe neanche se la sua faccia fosse macchiata del petrolio siriano rubato”.