Brasilia (WSI) – Per il presidente del Brasile, Dilma Roussef, il cui mandato è ora altamente a rischio. Un rischio che è sorto nel momento in cui il presidente della Camera carioca, Eduardo Cunha ha autorizzato l’apertura del procedimento di impeachment nei confronti della presidentessa.
Tra le varie richieste di messa in stato di accusa mosse contro Roussef è stata accolta quella datata 21 ottobre 2015 da deputati dell’opposizione. Sono stati i giuristi Helio Bicudo (fondatore del Partito dei lavoratori di Lula e della stessa Dilma) e Miguel Reale Jr. (ex ministro della Giustizia nel governo di Fernando Henrique Cardoso) a presentare il documento di accusa.
L’iter per il procedimento di impeachment prevede l’istituzione di una commissione speciale che dovrà poi passare per il plenario della Camera, il Supremo tribunale federale e poi da ultimo il Senato, che deciderà sull’assoluzione o la condanna del presidente brasiliano.
L’accusa mossa alla Roussef è quella di aver nascosto in modo consapevole i conti dello Stato nel biennio 2014 e 2015 – in particolare il deficit- e di aver minimizzato la portata della crisi economica del Brasile; riferimento nell’impeachment anche alla bocciatura da parte della Corte dei conti federale (Tcu) del bilancio dello Stato del 2014, causa la presunta violazione da parte del governo Rousseff della Legge di responsabilità fiscale. Rouseff è inoltre accusata di aver distorto fondi statali per la campagna elettorale dello scorso anno.
“Un’indignata iniziativa priva di fondamento!” sono state le prime parole della Roussef appena saputa la notizia della procedura di impeachment.
“Non esiste nessun atto illecito da me perpetrato, né alcun sospetto di aver stornato denaro pubblico. Le argomentazioni che motivano questa richiesta sono inconsistenti e senza alcun fondamento”.
Aecio Neves, il leader del Psdb, il partito di centro destra sconfitto dalla Roussef nel 2014 non mostra particolare entusiasmo per l’avvio della procedura di impeachment.
“Nessuno fa il tifo perché un Paese viva nelle condizioni in cui vive oggi il Brasile“.