Terrorismo, Renzi: “l’Italia non parteciperà agli attacchi contro Isis in Siria”
ROMA (WSI) – L’Italia non ha alcuna intenzione di entrare in una coalizione guidata dagli Usa per attaccare lo Stato islamico in Siria. A renderlo noto lo stesso Premier Matteo Renzi secondo cui la campagna aerea aggiungerebbe solo maggiore caos nella regione. La minaccia terrorismo non cambia così la strategia italiana.
“Se essere un protagonista significa giocare a correre ai bombardamenti di altre persone, allora io dico ‘no grazie (…) La posizione in Italia è chiara e solida. Noi vogliamo spazzare via i terroristi ma l’unica cosa di cui non abbiamo bisogno è quello di moltiplicare le reazioni sul posto, senza una visione strategica”.
Il premier ha ricordato il bombardamento della NATO contro la Libia, che ha aiutato i ribelli a rovesciare Gheddafi ma poi ha inaugurato più di quattro anni di guerra civile. Allora l’Italia era stata spinta dal presidente francese Nicolas Sarkozy a partecipare agli attacchi aerei.
“Quattro anni di guerra civile in Libia dimostrano che non è stata una decisione felice. Oggi c’è bisogno di una strategia diversa (…) L’unica cosa che non possiamo permetterci è una ripetizione della Libia.”
Critico il centro-destra Forza Italia secondo cui il rifiuto dell’Italia alla partecipazione alla campagna contro lo Stato islamico non farebbe che isolare Roma, come ha sottolineato il senatore di Forza Italia, Lucio Malan.
“La verità è che l’Italia di Renzi conta molto poco sulla scena internazionale, nonostante il fatto che il nostro esercito è coinvolto in operazioni altamente delicate, perché (il primo ministro) è incapace di presentare una strategia coerente valido”.
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Wall Street apre in positivo, con Nvidia che registra un aumento del 4,8% dopo un inizio negativo nel premercato. Il titolo ha raggiunto un nuovo record, mentre le tensioni tra Russia e Occidente continuano a influenzare i mercati. Inoltre, l’attenzione è rivolta alle prossime decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse.
Sarà operativo entro la fine del 2026 e andrà ad aggiungersi agli altri 16 già esistenti
Negli Stati Uniti, il numero di lavoratori che hanno richiesto per la prima volta i sussidi di disoccupazione è diminuito a 213.000, il valore più basso da maggio. Le aspettative erano di 220.000 richieste. Il totale dei lavoratori che ricevono sussidi è invece aumentato leggermente, raggiungendo 1.908.000 unità.