Economia

Economia sta peggio di quanto pensiamo. Fmi troppo ottimista?

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MILANO (WSI)Il Fondo monetario internazionale sta sovrastimando la crescita mondiale del 2015. E’ quanto fa notare un articolo firmato dal professor Peter A.G. van Bergeijk (Erasmus University). A dimostrare un’anomalia nelle previsioni è la discrepanza tra le grandezze nominali e reali delle stime dell’Fmi.

As illustrated in Figure 1 the IMF world economic outlook database reports  a reduction of Gross Planet Product (GPP)  for the year 2015 by -3,8 trillion dollar (-4.9%). A nominal reduction of GPP of this size has occurred only once since 1980 (the starting year of the IMF database), namely at the start of the Great Recession when GPP contracted by -5.3%. Table 1 illustrates that all previous contractions of nominal GPP are associated with major crises in the world economy.

L’outlook dell’Fmi (come si evince dalla figura numero 1), parla di una riduzione del Pil planetario lordo (Gross Planet Product -GPP), per l’anno 2015 di 3,8 trilioni di dollari, dunque di -4,9%. Una riduzione nominale di questa misurazione del Pil di tale portata è avvenuta solo una volta dal 1980 (anno in cui l’Fmi ha iniziato a calcolare il dato), ed esattamente dall’inizio delle Grande Recessione quando la contrazione fu -5,3%. Il grafico qui sotto presenta tutte le contrazioni del Pil planetario, associate alle varie crisi mondiali.

 

Ora, stando alle previsioni del Pil mondiale reale, il Fmi stima per il 2015 una crescita – su base reale – del 3,1%, a fronte di un tasso d’inflazione al 3,3%. Tali valori, considerando il valore nominale,  implicano un tasso di crescita del +6,5%. Il che significa che o l’Fmi è troppo ottimista sulla crescita reale, o troppo ottimista sulla capacità dell’economia di combattere la minaccia della deflazione, o è ottimista su entrambi questi.

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te l’effetto dei cambi, che vengono assunti come costanti nei calcoli (e possono incidere per lo 0,7%); gli errori di contabilità; i cosiddetti errori di aggregazione.che emergono dal fatto che le somme di tutte le bilance correnti non è nulla, (come dovrebbe essere dato che esprime la somma delle attività e passività delle transazioni globali).

Ciononostante tutti questi elementi non possono deviare più di un punto percentuale la divergenza tra grandezze nominali e reali del pil mondiale. L’economista olandese conclude, pertanto, sostenendo che questa divergenza è:

  1. economicamente rilevante
  2. prelude a una revisione al ribasso del pil mondiale per il 2015

Fonte: VoxEU