MOSCA (WSI) – La Russia non ha alcuna intenzione di perdonare la Turchia per l’abbattimento di un aereo da caccia russo due settimane fa. Si registra così una escalation delle tensioni tra le molteplici forze in campo in Siria, dopo che la Russia ha raddoppiato i suoi sforzi militari e aumentato il numero di raid aerei nel paese, per colpire gli interessi turchi nella regione.
Contro il governo di Erdogan Mosca ha scelto prima la rappresaglia economica e poi quella militare per vendicare l’abbattimento di un aereo da caccia russo proprio al confine con la Siria. Il confronto diretto con Ankara nel territorio siriano è molto rischioso e potrebbe trasformare la guerra per procura in corso da anni a Damasco in un confronto frontale tra Vladimir Putin e le forze della Nato.
I Russi continuano ad andare avanti senza esitazione per raggiungere il loro obiettivo di eliminare del tutto l’influenza turca nel paese e in particolare nella sua parte settentrionale. I russi hanno, insieme a Iran e Hezbollah, preso le difese del governo di Assad, mentre la Turchia, al pari di Qatar e Arabia Saudita, è a favore dei ribelli, che si dividono principalmente in ISIS, Fronte al Nusra (al-Qaida), curdi e l’Esercito Siriano Libero (gruppo di disertori ormai in disfacimento).
Con le operazioni sopracitate, l’intento di Mosca è quello di aiutare il governo a riprendersi Aleppo, secondo quanto riferito da un funzionario dell’Onu. Gli aerei russi hanno aumentato i bombardamenti, in particolare nella regione di Bayirbucak, nell’area nordoccidentale del paese. La zona intorno alla città di Azaz è strategicamente importante e i russi hanno colpito sia ribelli appoggiati dai turchi sia civili, nonché una serie di convogli carichi di aiuti inviati dalla Turchia.
Gli attacchi fanno parte di un piano russo ben preciso: sin dalle prime operazioni della campagna militare in Siria l’obiettivo del Cremlino è stato quello di indebolire l’influenza turca nella regione. La Siria resta l’ultimo vero alleato rimasto alla Russia in Medioriente. E la situazione critica con la Turchia è insomma una scusa per raddoppiare gli sforzi militari.
Istanbul, da parte sua, sta finanziando e aiutando i ribelli anti governativi, compresi la fazione di terroristi jihadisti dell’ISIS. Vorrebbe creare una zona sicura per i rifugiati siriani nell’area settentrionale del paese. Questo potrebbe infatti compromettere i tentativi del regime di Assad di riconquistare Aleppo, la seconda città più importante del paese, contesa tra ribelli e forze governative.