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Correntisti in fuga da banche salvate. E ora in vista dell’asta tremano dipendenti

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ROMA (WSI) – Dopo la truffa, la fuga. Scioccati dai risparmi di una vita andati in fumo, diversi correntisti delle vecchie Banca Popolare di Etruria e del Lazio, Banca Marche, Banca Carife e Carichieti – che avevano acquistato azioni e/o obbligazioni delle banche e che hanno perso tutto- hanno deciso di trasferire quel poco che si è salvato in altri istituti. Lo conferma lo stesso gruppo ‘Vittime del Salva Banche’.

Le persone “truffate dal decreto, stanno spostando i loro conti correnti siti presso la Nuova Banca Popolare di Etruria e del Lazio, la Nuova Banca Marche, la Nuova Banca Carife e la Nuova Carichieti”.

Si tratta di quei “correntisti che sono stati spinti, in maniera obbligata ed inconsapevole, ad acquistare obbligazioni subordinate, vendute dagli stessi dipendenti delle quattro banche, come titoli sicuri e con tassi di interesse bassi, quindi che non presupponevano alcun speculazione e rischio”.

I correntisti stanno già procedendo al trasferimento dei propri conti correnti in altri Istituti che non siano collegati alla dirigenza delle 4 vecchie e nuove banche e ai probabili Istituti che a gennaio acquisteranno le nuove banche.  La maggior parte, ricorrerà ad Istituti che godono di una vigilanza più attenta rispetto a quella che è stata in grado di fornire Bankitalia. A breve il gruppo delle Vittime del Salva Banche darà informazioni riguardo alle cause di frode, mancata vigilanza, dichiarazioni false al mercato e notizia sulle azioni che intraprenderanno contro tutte le istituzioni e i protagonisti coinvolti, con la coordinazione di Adusbef e Federconsumatori”.

Le vittime del Salva Banche informano, inoltre, che “non accetteranno alcun contentino” e si batteranno per questa causa fino a quando non verranno risarciti agli obbligazionisti il capitale e gli interessi o titoli comparabili dalla nuova banca e agli azionisti un warrant “sintetico” 1:1 ratio, in grado di permettere la sottoscrizione di percentuale di sconto definita, nel caso di quotazione in borsa della nuova entità”.

L’associazione precisa che:

“Uno degli obiettivi del gruppo è quello di portare alla luce ed informare quante più persone possibili, dell’accaduto e delle sue ripercussioni. Delle conseguenze che ogni risparmiatore italiano potrebbe ingiustamente subire con l’entrata in vigore del Bail-in, al fine che ogni cliente di tutte le banche possa tutelare i suoi risparmi e proteggersi”.

I risparmiatori beffati delle quattro banche si sono riuniti a Piazza Montecitorio per manifestare contro il governo e, in particolare, il decreto salva banche.

E intanto iniziano a tremare, ora, anche i dipendenti, stando a quanto scrive il Il Resto del Carlino:

“Si paventano esuberi tra i tremila dipendenti, in vista dell’asta per la vendita che come annunciato da Nicastro si terrà a febbraio.

Il quotidiano cita le richieste della Cgil:

“Anche i dipendenti alla pari degli altri visto azzerato il valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate, sottoscritte quando i rating delle banche e dei titoli erano di assoluta fiducia e sicurezza. Sono sempre i lavoratori dipendenti che, di fronte alla collera montante dei risparmiatori, in prima persona tentano di fare comprendere che le quattro banche sono una ricchezza per i territori di insediamento, una opportunità da non trascurare tanto più se come ha dichiarato Nicastro ‘oggi sono delle vere e proprie good bank, ben capitalizzate, liquide e stabili, pronte a riprendere il dialogo con il territorio per il finanziamento alle piccole e medie imprese’.