ROMA (WSI) – Mercato immobiliare: per gli italiani è diventato un bel problema. Non solo per le tasse che bisogna versare a fronte del possesso di un’abitazione, ma anche perchè – a dispetto di chi afferma che il settore è in ripresa – spesso chi decide di vendere per risolvere il problema una volta per tutte, non ci riesce.
È una questione delicata di compravendita immobiliare, non da poco, che viene messa giustamente in evidenza da un articolo del Corriere della Sera, che cita le parole di Luca Dondi, managing director di Nomisma.
“Il nuovo contesto del mercato immobiliare deve portare a un’ampia riflessione sulla presunta capacità difensiva dell’investimento in immobili“. In poche parole, molte abitazioni in Italia rischiano di non essere liquidabili”.
In sostanza, fa notare il Corriere, “in soldoni se in passato comprare la seconda o terza casa era parso alla maggioranza degli italiani il modo migliore per valorizzare i risparmi non è più così. Perché molte di quelle abitazioni rischiano di non essere liquidabili, di diventare un monumento del risparmio incagliato”.
Stando ai dati di Nomisma, ci sono 25 milioni di famiglie italiane proprietarie di 35 milioni di case, di cui 10 milioni sono seconde case. In totale, il valore ammonterebbe a 5.800 miliardi di euro, e di conseguenza le case oltre la prima avrebbero un valore circa 1.500 miliardi . Ma l’appetibilità della casa dipende molto dal mercato immobiliare di cui fa parte, dal momento che, ovviamente, un’abitazione situata a Roma o Milano avrà un valore – e anche possibilità di vendita – maggiore, rispetto alle altre.
Insomma, Dondi avverte:
“Ci vuole la consapevolezza che non esiste più il bene rifugio con solidità e garanzie sicure. Questo vale per le famiglie ma anche per le banche che si sono esposte e oggi si trovano nei bilanci 300 miliardi di crediti immobiliari deteriorati che per la verità sono in prevalenza in portafoglio alle imprese”.
Il managing director di Nomisma precisa anche, riguardo alle seconde case, che necessitano di una manutenzione frequente e che sono maggiormente vittime dell’imposizione fiscale sugli immobili. La minore appetibilità delle seconde case è stata confermata dall’Ance, che ha reso noto che tra coloro che hanno fatto acquisto sul mercato immobiliare nei due anni 2013-14, si è messo in evidenza soprattutto l’ abitazione principale (82,1%) dei casi mentre l’ acquisto di una casa per le vacanze è solo il 9,2% e il mattone come puro investimento finanziario appena 3,2%. E anche il flusso dei mutui erogati per l’acquisto delle seconde case è calato dal 7% del 2005 al 2,9% del 2015.