Cop21, prolungati i negoziati: manca l’accordo con la Cina
Le discussioni del Cop21, la Conferenza parigina che punta a raggiungere nuovi accordi internazionali sul riscaldamento globale, saranno prorogate fino a sabato, ossia un giorno in più rispetto a quanto previsto. La riluttanza della Cina, il paese più inquinante al mondo, a firmare un pacchetto di misure sarebbe la ragione di tale prolungamento dei negoziati: gli Stati Uniti e altri paesi insistono sul fatto che il Dragone debba essere parte degli accordi che verranno raggiunti.
Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha affermato su una rete tv transalpina che verrà presentato un nuovo testo compromissorio sulla lotta al riscaldamento globale sabato mattina, nella speranza di raccogliere le firme di 200 nazioni entro mezzogiorno.
Il rappresentante per il cambiamento climatico cinese, Gao Feng, ha tuttavia affermato che la Cina non sarà in grado di cambiare i suoi piani per almeno i prossimi 15 anni. Allo stesso tempo il commissario europeo Miguel Arias Cañete rilancia: senza accordi di respiro quinquennale qualsiasi patto è privo di significato.
Breaking news
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.
A settembre, i prezzi all’importazione in Italia hanno registrato una diminuzione dello 0,7% su base mensile e dello 0,5% su base annua, principalmente a causa del calo dei prezzi dei prodotti energetici. L’Istat evidenzia questo nuovo trend di ribasso che si discosta dall’aumento dell’1% osservato ad agosto, rendendo evidente l’influenza dei mercati energetici sull’economia italiana.