ROMA (WSI) – Finisce negli Stati Uniti, dopo quasi dieci anni, l’era dei tassi a zero. La Federal Reserve ha alzato il costo del denaro per la prima volta dal 2006: i tassi sui fed funds sono stati portati dal range precedente, compreso tra lo zero e lo 0,25% al nuovo target tra lo 0,25% e lo 0,5%. Il rialzo è stato dunque di un quarto di punto percentuale. Anche il tasso di sconto è stato alzato di un quarto di punto, all’1%.
A mostrare particolare disappunto per la decisione di Janet Yellen, numero uno della Fed, è stato il candidato alle primarie dei democratici in vista delle elezioni presidenziali del 2016, Bernie Sanders. Il rialzo dei tassi è stato bollato come “un grande errore”.
“In un contesto in cui milioni di americani lavorano per un numero sempre più alto di ore a fronte di stipendi sempre più bassi, la decisione della Fed di alzare i tassi di interesse è una cattiva notizia per le famiglie. In un momento in cui il tasso di disoccupazione è quasi del 10% su base reale, dobbiamo fare il possibile per creare milioni di posti di lavoro che paghino bene e alzare i salari dei cittadini americani. La Fed dovrebbe agire per ricostruire una classe media che sta scomparendo, con lo stesso senso di urgenza che ebbe quando salvò le banche di Wall Street sette anni fa“.
E non la vede allo stesso modo neanche il quotidiano britannico The Guardian, che reputa il rialzo dei tassi “rischioso e prematuro”.
“In un’economia post crash incerta, la Federal Reserve cerca conforto in vecchie mappe, che l’hanno portata ad alzare i tassi di interessi. Ma considerate le acque inesplorate del 2015, sta sbagliando direzione”.
Nella conferenza stampa successiva all’annuncio, ha preso la parola Janet Yellen, numero uno della Fed. Queste le dichiarazioni principali:
- “La dimensione del bilancio della Fed potrebbe finire con l’essere maggiore rispetto al livello precedente la crisi”.
- “I tassi negativi sono qualcosa che la Fed potrebbe studiare”.
- “La Fed non si focalizzerà sulla volatilità dei mercati di breve termine”.
- “Se l’inflazione non dovesse muoversi come da attese, la Fed prenderebbe una pausa”.
- “La Fed può avere un atteggiamento prudente riguardo a futuri rialzi dei tassi di interesse”.
Subito dopo l’annuncio del rialzo dei tassi, i rendimenti dei Treasuries a 30 anni sono saliti di 0,2 punti base al 2,992%, quelli a due anni +3,7 punti base all’1,005%, i decennali +1,6 punti base al 2,282%.
Nervosismo sul mercato dei cambi, con il dollaro che ha inizialmente guadagnato terreno, quando il comunicato della Fed è stato pubblicato alle 20 ora italiana, per poi fare un immediato dietrofront e consentire così all’euro di tornare a superare la soglia di $1,10.
Acquisti a Wall Street, con gli indici che hanno messo a segno rialzi superiori a +1%. In particolare il Dow Jones ha guadagnato oltre 200 punti.
Le autorità di politica monetaria della Fed guidate dal presidente Janet Yellen hanno previsto un tasso dell’1,375% per la fine del 2016, lasciando intendere che nel 2016 ci saranno quattro altre manovre di politica monetaria restrittiva.
Il comunicato del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, recita:
“La Commissione ritiene che ci sia stato un miglioramento considerevole delle condizioni del mercato del lavoro, quest’anno, ed è ragionevolmente fiduciosa sul fatto che l’inflazione salirà, nel medio termine, al suo obiettivo del 2%.
Termina dunque ufficialmente con l’ultima riunione del 2015 del Fomc un periodo senza precedenti, caratterizzato da tassi ai minimi record, e da una politica monetaria che è stata lanciata al fine di stimolare l’economia Usa nel periodo della crisi finanziaria più devastante dai tempi della Grande Depressione.
I tassi Usa vennero abbassati vicini allo zero nel dicembre del 2008, tre mesi dopo il collasso di Lehman Brothers e, come ricorda Bloomberg, dieci mesi prima che il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti toccasse il 10%. Nel comunicato della Fed si legge ancora:
“La Commissione prevede che le condizioni economiche si evolveranno in modo da avallare solo rialzi graduali del tasso sui fed funds. Il percorso dei tassi sui federal fund dipenderà dall’outlook economico, così come indicato dai dati (macro) in arrivo”.
Riguardo ai fondamentali dell’economia Usa, per il Fomc l’espansione continua a un “ritmo moderato” e i numeri che arrivano dal mercato del lavoro “confermano che la sottoutilizzazione delle risorse di lavoro è calata in modo apprezzabile dall’inizio di questo anno”.
La Fed di Yellen ha anche precisato che l’outlook dell’attività economica e del mercato del lavoro sono ora “equilibrati”, apportando un cambiamento al comunicato che nell’ultima riunione della Fed aveva usato la frase “quasi equilibrato”.
Ancora, la politica monetaria della Fed “rimane accomodante dopo questo rialzo, e dunque sosterrà ulteriori miglioramenti delle condizioni del mercato del lavoro e il ritorno al tasso di inflazione del 2%”.
Contrariamente alla Bce di Mario Draghi, la Fed di Janet Yellen non ha tradito i mercati. La mossa era stata anticipata da diverse settimane e non ha provocato particolari traumi.
Detto questo, rimangono i dubbi sulla manovra restrittiva, dal momento che i dati macro non presentano ancora un quadro dell’economia Usa totalmente rassicurante. Il Pil, per esempio, non sale a un tasso del 3% dal terzo trimestre del 2010, su base annua, e dovrebbe salire a un ritmo +2,2% nell’ultimo trimestre di quest’anno.
Da segnalare alcune questioni di rilievo:
La Fed ha deciso di alzare i tassi a fronte di un VIX superiore a 20, per la prima volta dal 2000
E la Fed ha deciso di alzare i tassi anche a fronte di un valore dei junk bond peggiore rispetto a quello successivo alla crisi di Lehman Brothers.