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Borsa Milano tiene, corre FCA. Wall Street vira in rosso

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MILANO (WSI) – Prosegue l’effetto Fed sui mercati azionari. Borsa Milano resta in territorio positivo sul finale ma con guadagni ridotti. Il listino Ftse MIB ha chiuso in rialzo dell’1,48% sotto i massimi di giornata. Tra i singoli si mette in luce FCA, che viene favorita dalle rassicurazioni della banca centrale americana sullo stato dell’economia Usa, dove, in questa fase, il gruppo realizza buona parte dei margini.

Sul mercato dei titoli di stato, lo spread tra Btp e Bund decennali è in lieve rialzo attorno a 101 punti base. Sono tutti gli effetti della mossa della banca centrale americana. Pur prendono una decisione storia, la chiave di lettura che è piaciuta ai mercati è che il braccio di politica monetaria non si è sbilanciato – anche perché l’inflazione è bassissima e il contesto esterno critico – annunciando che il ciclo di strette sarà graduale.

Positiva è stata fin dalla primissima mattina la performance dell’azionario. Guadagni si sono visti in tutta la regione Asia-Pacifico, sulla scia delle rassicurazioni arrivate da Janet Yellen, numero uno della Fed che, dopo l’annuncio del primo rialzo dei tassi sui fed funds in quasi 10 anni, ha enfatizzato come l’adozione della politica monetaria restrittiva sarà lenta e graduale. Wall Street ha aperto in rialzo, estendendo i guadagni di ieri, ma poi ha fatto dietrofront.

Developing-nation assets got a boost from the Fed hike.

Sullo sfondo incide la convinzione, tra gli investitori, che l’economia americana sia abbastanza forte da far fronte a un costo del denaro più elevato, anche in un contesto in cui la crescita dell’inflazione rimane ben al di sotto dei target della Banca centrale Usa.

La decisione della Fed pone fine all’era dei tassi a zero e a quelle misure di politica monetaria espansive senza precedenti che hanno portato Wall Street in un mercato toro per 6 anni e mezzo, incrementando così il valore dell’azionario di $15.000 miliardi.

Così Chris Greeb, strategist presso First NZ Capital Group, in un’intervista rilasciata a Bloomberg:

“C’è un senso di sollievo, per il fatto che i tassi sono stati finalmente alzati. Si tratta di un fattore positivo, in termini di sentiment di mercato, visto che rimuove dagli argomenti di discussione la questione del rialzo dei tassi. Ora la domanda è: quanto sarà graduale il processo di normalizzazione e su quali asset il rischio è presente?“.

Gli investitori scopriranno infatti quali titoli azionari, ma anche quali bond e altri asset riusciranno a dare valore, anche senza il salvagente della liquidità lanciato dalla Fed. Nel caso specifico dell’azionario, la storia suggerisce che le conseguenze immediate di una stretta monetaria da parte della Fed sono un aumento della volatilità e valutazioni più basse. Ciò significa che a sostenere i corsi azionari sono gli utili aziendali e l’economia.

La Fed ha avviato il ciclo di politica monetaria restrittiva in un momento in cui i profitti aziendali scendono: una combinazione che non si presentava da 50 anni. E che secondo gli strategist di Bank of America non vuol dire nulla di buono per le prospettive degli asset di Borsa nel 2016.

Riguardo al rapporto di cambio euro/dollaro, il biglietto verde si è apprezzato nei confronti della moneta unica che, dopo una veloce escursione al di sopra della soglia di $1,10, è tornata a essere scambiata sotto $1,09. L’euro accelera al ribasso stamattina, cedendo oltre mezzo punto percentuale, e viaggiando attorno a quota $1,0860. Il dollaro guadagna anche sullo yen con il cross che supera quota JPY 122. Euro venduto sullo yen, in area JPY 132.

Performance al rialzo per il Bloomberg Dollar Spot Index – che monitora il trend della valuta nei confronti delle dieci principali monete -, reduce da un guadagno +9,2% nel 2015.

Tra le materie prime, prezzi del petrolio in calo a New York sotto quota $35, mentre il Brent cede oscillando attorno alla soglia di $37 al barile.

Tornando ai mercati asiatici, Tokyo ha chiuso a +1,59%, Hong Kong +0,79%, Sidney +1,46%, Shanghai +1,83%, Seul +0,43%.

Occhio al grafico di Royal Bank of Scotland, che ha affermato che la Federal Reserve potrebbe finire un’altra volta con il tagliare i tassi, appena alzati. Come minimo il ciclo di manovre di politica monetaria restrittiva da parte della Fed saranno estremamente miti rispetto al passato. E non ci vorrà molto, prima che da restrittive le manovre tornino espansive. Secondo Amundi, però, difficilmente il rialzo dei tassi avrà un lungo termine.

RBS research

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