NEW YORK (WSI) – La guerra per procura prende una nuova preoccupante piega in Siria.
“Non vedo alcuna possibilità di appianare le relazioni con la Turchia”. Al Cremlino la conferenza stampa di fine anno non lascia spazio ai dubbi: i rapporti fra la Russia e la Turchia non si normalizzeranno, anzi, la tensione fra i due Paesi è e resterà molto alta. Il presidente Vladimir Putin, nel suo intervento, ha dichiarato di considerare l’abbattimento del cacciabombardiere russo da parte di Ankara un atto volontario, per “compiacere gli Stati Uniti”.
Queste le parole di Putin, il cui primo obiettivo in politica estera è indebolire l’influenza della Nato:
“Riteniamo che le azioni delle autorità turche riguardo il nostro aereo abbattuto non siano stati un atto di inimicizia: sono stato un atto ostile. Si fosse trattato di un incidente, come i turchi dicono, uno si sarebbe aspettato delle scuse: invece sono andati dalla Nato. Abbattendo il cacciabombardiere Su-24, forse la Turchia ha desiderato compiacere gli Usa […] forse le autorità turche hanno deciso di mostrare a Usa e Ue che sono un partner affidabile. Forse il governo turco voleva accontentare gli americani, non lo sappiamo, forse era stato discusso un accordo? Ma ci ha messo in una situazione grave”
La Turchia, membro della Nato e partner strategico dell’Unione Europea per la gestione dei flussi migratori, ha sposato la linea dura statunitense contro il presidente siriano Bashar Al-Assad, alleato fondamentale della Russia di Putin. In questo scacchiere, l’abbattimento dell’aereo militare russo potrebbe diventare, e forse è diventato, un potente fattore radicalizzante sui veri oggetti di contesa, in primis sulla sorte del territorio siriano. Putin conclude, infatti, con toni di sfida:
“Ora i turchi provino a entrare nello spazio aereo siriano… Se prima l’aviazione turca violava lo spazio aereo in Siria, provino a volare ora”.
Nei fatti la Russia, sta già indirettamente colpendo i turchi: non solo attraverso le sanzioni economiche varate da Mosca, ma anche con i bombardamenti aerei che hanno spostato il proprio epicentro nel corridoio a nord di Aleppo, una rotta seguita dai rifornimenti che la Turchia elargisce ai ribelli che combattono Assad.
L’obiettivo della campagna aerea russa nella regione Bayirbucak (a nord est della Siria) nei pressi della città di Azaz erano proprio i ribelli turkmeni e i convogli di rifornimento provenienti dalla Turchia. Contro queste azioni c’è poco che Ankara possa fare, dato che, 48 chilometri a sud del confine turco con la Siria, i russi hanno di fatto creato una no-fly zone imbastita con un dispositivo antiaereo S-400 piazzato nella base di Hemeimeem, vicino Latakia.