LONDRA (WSI) – La cena dei leader europei imbandita per trattare con David Cameron sulle nuove condizioni di adesione del Regno Unito all’Unione Europea ha prodotto ottimismo, ma pochi dettagli concreti. Il primo ministro britannico ha parlato di un “cammino nella direzione di un accordo” sul nuovo status della potenza britannica in Europa, una via che raggiungere la destinazione entro la “scadenza di febbraio”.
Insomma, le condizioni di appartenenza del Regno Unito potrebbero essere effettivamente rinegoziate. L’intenzione dei leader del blocco a 29 è fare presto, per poter avere un risultato prima del voto sull’uscita di Londra dall’Unione Europea. Cameron ha promesso ai suoi che ai migranti non verranno concessi benefit, come i sussidi di disoccupazione, prima di quattro anni, e che le leggi che regolano i flussi migratori verranno riviste.
Fra i punti salienti che Londra intende rinegoziare, anche per moderare gli animi degli indipendentisti che nel 2017 avranno la possibilità di esprimersi col referendum sulla Brexit, c’è la gestione delle politiche migratorie: l’idea britannica è quella di ridurre tutta una serie di trattamenti di favore per chi arriva oltremanica.
“Trattati potrebbero essere riscritti”
La volontà di compromesso c’è “da parte di tutti”, ha affermato la Cancelliera tedesca Angela Merkel, “un cambiamento dei trattati potrebbe essere possibile, ma non ora, magari in seguito”. Il presidente francese, Francois Hollande, ha invece ribadito che ogni concessione a Cameron non prescinderà dalle regole e dai principi dell’Unione Europea.
La conclusione ufficiale diffusa dal Consiglio europeo recita che si lavora “in modo ravvicinato” per trovare “soluzioni mutualmente soddisfacenti”.
Il discorso rivolto agli altri leader del premier britannico Cameron è durato ben 45 minuti, il che, fanno notare alcuni funzionari europei, non era mai capitato e dovrebbe in qualche modo essere un dettaglio significativo. Tuttavia, dice sempre chi ha avuto informazioni sul dibattito, di elementi davvero concreti ancora se ne vedono pochi.
Ma più del premier si è esposto ancora di più il segretario alla Difesa, Michael Fallon, che ha dichiarato che “la Gran Bretagna è terribilmente seria riguardo alla volontà di ridurre la spinta e l’attrattiva del nostro sistema di benefit” per i migranti, aggiungendo che che qualsiasi cambiamento dovrà essere “irreversibile e vincolante”.
L’ottimismo generale sullo stato delle trattative, invece, non ha contagiato lo Ukip: il leader del partito di estrema destra anti europeista, Nigel Farage, ha notato come il risultato attuale dei negoziati equivalga a “due frasi senza significato”: è stato detto a Cameron “di tornare a febbraio quando, sospetto io, otterrà poche concessioni minori”.
Fonte: Bbc