Cina: stop a svalutazione record sul dollaro, su il fix dello yuan
La banca centrale cinese ha rafforzato il fix giornaliero dello yuan, concludendo così un trend ribassista della valuta nazionale sul dollaro, che nelle ultime settimane ha raggiunto il deprezzamento ai minimi da quattro anni. La Pboc ha stabilito un tasso medio all’interno del quale lo yuan può essere scambiato in un giorno: è lo 0,09% più forte, a 6,4753 per dollaro.
Se così non fosse stato fatto, si sarebbe aperto il campo all’undicesima seduta in territorio-svalutazione per la valuta cinese. Potrebbe di trattarsi di una strategia per allontanare le aspettative del mercato da un proseguimento dei deprezzamenti dello yuan, innescati dal rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.