Eurostat, Italia: non decolla l’occupazione giovanile
MILANO (WSI) – In Italia l’economia non decolla e non riesce a stare al passo, in tema di industria e lavoro, con le potenze Ue. A dare il triste responso i dati Eurostat rielaborati dal Mise nel “Cruscotto congiunturale”, secondo cui nel nostro paese non riesce a rialzarsi soprattutto l’occupazione giovanile, che dal minimo registrato durante la crisi ha recuperato 0,9 punti (2,7 in Germania, 4,2 in Gb e 1,9 in Spagna).
Andando nei dettagli il livello della produzione industriale italiana è oltre il 31% inferiore rispetto ai massimi pre-crisi ed ha recuperato solo il 3% rispetto ai minimi toccati durante la recessione, mentre la Francia ha recuperato l’8%, la Germania il 27,8%, la Gran Bretagna il 5,4% e la Spagna il 7,5%. A preoccupare però è il mercato del lavoro. Nel terzo trimestre, il tasso di disoccupazione è sceso all’11,5%, mentre in Germania era al 4,5% e al 5,2% nel Regno Unito e molto negativo per la Spagna che segna un 21,6%, recuperando però 4,7 punti contro 1,6 punti dell’Italia. La Francia invece ha un tasso di disoccupazione più basso di quello italiano, pari al 10,8% ma è il dato peggiore degli ultimi 18 anni.
Maglia nera all’Italia anche per l’occupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni che registra un tasso del 15,1% contro il 28% della Francia, il 43,8% della Germania, il 48,8% del Regno Unito e il 17,7% della Spagna. Rispetto ai picchi pre-crisi, il recupero è stato di 0,9 punti, contro 1,9 della Spagna, 2,7% della Germani a 4,2 della Gran Bretagna. Chiude gli occhi il Mise che sottolinea esclusivamente gli unici dati positivi rilevati dall’Eurostat.
“Emergono infatti una serie di segnali positivi di ripresa dell’economia, con particolare riferimento alla fiducia di famiglie e imprese, ai consumi e all’occupazione. La produzione industriale continua a crescere, così come l’utilizzo della capacità produttiva”.
Breaking news
Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.