MILANO (WSI) – Lo scandalo del salvataggio delle quattro banche sull’orlo del fallimento, CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e CariChieti, continua a mietere vittime. Questa volta a subire i danni dell’inettitudine dei dirigenti dei quattro istituti bancari in default, sono altre banche che nulla hanno a che fare lo scandalo.
I numeri non ufficiali, come riporta il quotidiano Libero, parlano della chiusura di un conto su 10 da parte di clienti di altre banche, e dei circa 100mila correntisti pare ne siano rimasti a inizio dicembre, circa 90mila, forse meno. Preoccupati per tutto quello che è successo e per la probabilità non tanto remota che le banche possano fallire e come tale i loro risparmi andare in fumo da un momento all’altro. A gettare benzina sul fuoco anche la recente entrata in vigore del bail-in dal 1 gennaio 2016 e lo spauracchio della compartecipazione all’eventuale risanamento da parte di correntisti, azionisti e obbligazionisti che ha aumentato inevitabilmente le preoccupazioni dei correntisti italiani.
Insomma non certo un periodo d’oro per il sistema bancario italiano, considerando che gli italiani tra tutti i cittadini europei sono quelli che confidano meno nelle banche tanto che, secondo una ricerca della CGIA di Mestre a non avere un conto corrente, i cosiddetti unbanked, sarebbero ben 15 milioni di persone.
Intanto continua l’indagine della magistratura condotta dal Pm Roberto Rossi in merito al salvataggio di banca Etruria che si intreccia alla causa che i commissari liquidatori dell’istituto toscano avrebbero intrapreso contro il vecchio consiglio di amministrazione della banca di cui vicepresidente era Pier Luigi Boschi, il padre dell’attuale ministro delle Funzione Pubblica, Maria Elena. Una causa che non avrebbe precedenti nel sistema creditizio italiano e che prevede una maxi richiesta di risarcimento per 300 milioni di euro, soldi che andranno a formare l’attivo della liquidazione e su cui i risparmiatori potranno essere risarciti.
Un ricorso del genere è stato presentato dai liquidatori delle altre tre banche salvate, Cariferrara, Carichieti e Banca Marche ma quello della banca Etruria “vale da sola quanto le altre tre messe insieme” – come riporta Libero.
“Per questa ragione i riflettori sono accesi alla massima potenza: quanti più soldi i commissari dell’ istituto aretino riusciranno a recuperare tanto maggiore sarà il ristoro per i risparmiatori da aggiungere alle assegnazioni che verranno fissate dall’ autorithy guidata da Raffaele Cantone”.