Cina, finalmente si riassestano tassi interbancari in yuan
Pare che la Cina sia riuscita a chiudere il differenziale che si era aperto sui tassi di cambio della sua valuta, lo yuan, tra i mercati esteri e i livelli che invece si registravano sul mercato cinese. Lo riporta il Financial Times, spiegando che si sono finalmente calmierati i tassi interbancari in yuan praticati a Hong Kong, che nelle precedenti sedute avevano subito una impennata mentre Pechino, tramite la Banca centrale PBOC, stava facendo incetta di yuan all’estero per ridurre il suddetto divario e al tempo stesso mettere sotto pressione le scommesse speculative ribassiste sulla sua moneta, chiamata anche renminbi.
Stamattina i tassi interbancari in yuan nell’ex protettorato britannico sono rientrati all’8,3 per cento, a fronte del valore palesemente fuori scala, il 66,8 per cento toccato ieri. Nel frattempo il dollaro fluttua attorno a 6,5735 yuan, laddove a fine dicembre era inferiore a 6,40 yuan e fino ad inizio agosto 2015 sotto 6,20 dollari.
Il divario sui cambi – tra piazze cinesi ed estere – era in buona misura dovuto all’attesa da parte di molti investitori internazionali sulla possibilità che la valuta cinese debba subire ulteriori svalutazioni, oltre a quelle decise da Pechino la scorsa estate e in questo inizio d’anno. Le misure hanno contribuito ad alimentare la volatilità dei mercati.
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OVS ha recentemente acquistato 256.510 azioni proprie nell’ambito del suo programma di riacquisto, rappresentando lo 0,088% del capitale sociale. L’operazione è stata effettuata a un prezzo medio di 2,8573 euro per azione. Attualmente, OVS detiene il 15,8790% del proprio capitale sociale. Nonostante l’acquisto, il titolo OVS ha registrato una flessione del 2,16% in borsa, stabilizzandosi a 2,896 euro per azione.
Gli investitori osservano attentamente le mosse della BCE e della Fed, con interventi attesi da Christine Lagarde e Jerome Powell. I principali indici americani, tra cui Dow Jones e Nasdaq, mostrano stabilità, mentre l’attenzione si concentra su Tesla e le nuove normative di Trump sulla guida autonoma.
Nel terzo trimestre, Xiaomi ha visto un incremento del 9,9% dell’utile netto, raggiungendo 5,35 miliardi di yuan, grazie alle forti vendite nei settori smartphone, servizi Internet e veicoli elettrici. I ricavi totali sono aumentati del 30%, arrivando a 92,51 miliardi di yuan, superando le previsioni degli analisti.