ROMA (WSI) – Arrivano cattive notizie dal versante macroeconomico. A novembre la produzione industriale ha subito una brusca battuta d’arresto nell’Eurozona. L’attività delle fabbriche si è contratta dello 0,7% nel mese, invertendo rotta rispetto a ottobre, periodo durante il quale era stato invece riscontrato un miglioramento su base mensile. Nei confronti di novembre 2014 il risultato è invece positivo del +1,1%.
A pesare è più di ogni altra cosa l’indebolimento della domanda per i gruppi energetici, ma anche le imprese manifatturiere hanno registrato un rallentamento delle richieste per macchinari e prodotti come beni durevoli.
La ripresa stenta a prendere slancio: la produzione industriale è scivolata sugli stessi livelli già toccati a maggio e ottobre 2015, nonché nel novembre del 2011.
Eurostat spiega che la produzione di energia è scesa di ben il 4,3%, i beni di capitale dell’1,9% e i beni al consumo durevoli – come elettrodomestici e auto – dell’1$. Sono cresciuti invece elementi come i beni intermedi e i beni al consumo non durevoli (+0,7% e +0,1% rispettivamente).
Questi dati deludenti e l’inflazione vicina allo zero potrebbero finire per spingere la Banca centrale europea a intervenire ancora per alimentare la ripresa e i prezzi al consumo. A dicembre l’inflazione è rimasta invariata su base annuale allo 0,2%. I mercati si aspettavano un incremento dopo mesi di stimoli monetari straordinari della Bce, il cui obiettivo è riportare in due anni l’indice vicino alla soglia del 2% desiderata.