Borsa Milano shock -4,8%. Mps -22%. E intanto italiani scaricano i bond delle banche
MILANO (WSI) – Borsa Milano in caduta libera, con l’indice Ftse Mib che chiude con un tonfo di quasi -5%. Il listino perde anche quota 18.000 e archivia la seduta con una perdita -4,83% a 17.967,91 punti. Bagno di sangue sui titoli bancari, ma non solo: a essere venduta è tutta l’Italia.
Consob snobbata: la decisione di prolungare il divieto di vendite allo scoperto sui titoli MPS non ha sortito alcun effetto. L’azione della banca senese vale ora meno di un caffè, appena 0,51 euro, con il calo teorico che in giornata è stato superiore a -22%. Sotto attacco tutti i bancari: Banco Popolare ha chiuso a -10,77%, BPM -6,71%, Bper -6,49%, Intesa SanPaolo -5,50%, Unicredit -7,77%, Ubi Banca -6,68%.
KO anche i titoli di altri settori come Eni -3,34%, Ferrari -6,31%, FCA -6,42%, Mediaset -6,15%, Saipem ancora peggio con un crollo -10,44%, Telecom Italia -6,73%.
I titoli bancari sono scesi per la quinta sessione consecutiva, e Mps ha perso ormai la metà del suo valore dall’inizio dell’anno. Ma a essere colpite non sono solo le azioni. Bloomberg riporta come, nell’anno terminato a settembre, gli stessi risparmiatori italiani abbiano scaricato obbligazioni bancarie per un valore di 75 miliardi di euro. Così Alberto Gallo, responsabile della divisione di ricerca sul credito presso Royal Bank of Scotland, ha detto in una intervista rilasciata a Bloomberg:
“L’Italia è tra i paesi in cui un evento bail può presentarsi con maggiori probabilità”.
E intanto questo mese i bond senior e subordinati di Mps, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno tutti testato i minimi record. Così Wolfango Piccoli, managing director di Teneo Intelligence, a Londra:
“Lontani sono i giorni in cui le preoccupazioni sui Non Performing Loans potevano semplicemente essere nascosti sotto il tappeto”.
Secondo un’analisi di Mediobanca la Bce starebbe ostacolando in tutti i modi le operazioni di acquisizione e fusione nel settore.
Dal luglio del 2015, ovvero da quando il Ftse Mib aveva riagganciato la soglia dei 24mila punti che non si vedeva dal crac di Lehman Brothers a settembre 2008, la peggiore performance è quella di Monte dei Paschi di Siena. Il titolo ha visto andare in fumo il 65% della sua capitalizzazione, nonostante gli ultimi due aumenti di capitale imposti dalla Banca centrale europea. Da ieri Siena capitalizza meno di 2 miliardi di euro. La quota della Fondazione vale ormai 34 milioni.
Forti vendite anche sull’altra sorvegliata speciale della Bce: Banca Carige. Il gruppo genovese, che dovrebbe trovare un partner per uscire dall’incertezza, ha dimezzato il proprio valore (-54%) in Borsa, dove adesso vale circa 660 milioni di euro. Non va meglio alle due ‘big’: UniCredit ha ceduto il 36,7% e Intesa Sanpaolo 25%.
Perdite significative anche per il gruppo delle Popolari, nonostante l’atteso consolidamento del settore innescato dalla riforma del governo per la trasformazione in Spa: il Banco Popolare ha perso il 40%, Ubi Banca il 37,8%, Bper il 34,5%, la Popolare di Milano il 20%. Tra le banche che hanno ceduto meno c’è infine Mediobanca (-19,6%).
Certo, le vendite oggi non hanno colpito solo Borsa Milano (che si è confermata comunque il listino peggiore tra i principali).
Il Ftse 100 di Londra ha ceduto -3,46%, entrando nel mercato orso dopo aver perso -20% dai massimi; Francoforte -2,82%, Parigi -3,45%, Madrid -3,20%, Zurigo -3,13%.
L’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx Europe 600, è scivolato al valore più basso in 15 mesi, sulla scia del crollo senza fine del petrolio e delle notizie societarie che hanno visto protagonisti i risultati di Zurich Insurance – crollata -11% – e l’annuncio di Shell – titolo -7,3%-. In particolare Shell ha avvertito che gli utili del quarto trimestre scenderanno di almeno -42%.
In rialzo l’indice della paura europeo che misura le attese sulla volatilità nell’area euro, balzato +14%.
Petrolio di nuovo sotto attacco, con perdite che nel caso del contratto WTI scambiato sul Nymex di New York sono state superiori a -5%. Di seguito l’effetto del crollo del petrolio sull’azionario europeo.
Lo Stoxx 600 ha bucato anche la media mobile delle ultime 200 settimane, a quota 324,15, testando il minimo dal dicembre del 2014.
Con una perdita -5,62%, il petrolio scambiato a New York vale alle 18 ora italiana 26,86 dollari; il Brent precipita oltre -4% a $27,57. Oro in rialzo, +1,55% a $1.104,27 l’oncia.
L’avvertimento dell’AIEA, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica, secondo cui il “mondo potrebbe affogare nell’eccesso di offerta di petrolio”, ha messo ulteriormente sotto pressione le quotazioni del greggio fin dalle prime ore della mattinata.
In Asia i mercati sono scesi ai minimi di 4 anni. Dopo quella cinese, anche la Borsa giapponese, in calo del 3,7% quest’oggi, è entrata in una fase di mercato ribassista. L’indice di Hong Kong ha toccato i minimi di tre anni e mezzo.
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