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WALL STREET SI STABILIZZA SULLA PARITA’

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Gli indici americani riescono a reggere e si mantengono attorno alla soglia di parita’.

Nonostante le pressioni proveniente su vari fronti, i mercati riescono a beneficiare solo parzialmente delle considerazioni di Alan Greenspan sull’economia americana.

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Parlando via satellite alla platea della International Monetary Conference in Singapore, il presidente della Federal Reserve si e’ detto convinto che l’inflazione non sia un “problema significativo” per l’economia americana e che i prezzi energetici potrebbero diminuire nei prossimi mesi.

Il numero uno della banca centrale USA ha tenuto poi a precisare che la Fed continuera’ a monitorare la situazione da vicino nel caso ulteriori manovre dovessero rendersi necessarie e che pressioni inflazionistiche emergessero.

“Potremmo assistere a un allentamento delle pressioni derivanti dai prezzi al dettaglio della benzina negli Stati Uniti dopo i forti rialzi degli anni passati – ha detto Greenspan – in generale i prezzi energetici hanno iniziato a diminuire nel primo trimestre”.

Greenspan ha anche ricordato che occorre tenere d’occhio l’inflazione e che non si puo’ essere certi che il recente rimbalzo dei prezzi energetici sia alle spalle.

Elemento positivo per i mercati sono anche le considerazioni di Brian Belski, fundamental market strategist di US Bancorp Piper Jaffray, secondo cui le stime sugli utili aziendali per le societa’ ad alta capitalizzazione stanno solidificandosi a una velocita’ superiore di quelle relative alle small cap.

“Le revisioni al ribasso delle previsioni sui bilanci delle societa’ inserite nell’ S&P 600 small-cap index continuano ad aumentare in numero – ha detto Belski – un’indicazione che le aziende a piu’ bassa capitalizzazione potrebbero essere a rischio di indebolimento”.

“I piu’ significativi segnali di crescita emergono tra le big cap – ha poi concluso l’analista – un comparto questo con piu’ alte possibilita’ di superare le performance del mercato nei prossimi 6-12 mesi.

Gli indici americani sono pero’ frenati dalla serie di notizie negative che ha colpito questa mattina il settore chip, il cui indice piu’ rappresentativo, il Semiconductor Philadelphia Index (SOX – PHLX) perde quasi il 2%.

Dopo il ‘profit warning’ emesso da Cypress Semiconductor Corporation (CY – Nyse) (CY – Nyse) e il taglio delle stime fatto da Goldman Sachs nei confronti di Broadcom Corp (BRCM – Nasdaq), a pesare sul settore il dato della Semiconductor Industry Association (SIA) in base al quale le vendite globali di semiconduttori si sono attestate in aprile a $13,72 miliardi, in calo del 10% sull’anno e il 5,8% al di sotto del totale registrato in marzo.

“La domanda totale di chip continua a riflettere la correzione delle scorte di magazzino iniziata nel quarto trimestre del 2000”, ha detto George Scalise, direttore generale della SIA, sottolineando che il declino nelle vendite e’ stato generalizzato e sembra aver colpito ogni settore dell’esteso mercato dei semiconduttori.

Ad aggiungersi alle cattive notizie i commenti negativi che gli analisti di Goldman Sachs e di Bear Stearns hanno espresso su Intel Corp.(INTC – Nyse), primo produttore al mondo di semiconduttori.

“Non vedo come ci possiamo attendere buone notizie – dice Terry Ragsdale di Goldman – non credo che la societa’ rivedra’ le proprie stime di bilancio ma il mercato dei personal computer ha mostrato da aprile continua debolezza”.

Separatamente, Charles Boucher di Bear Stearns ha ridotto le proprie aspettative sugli utili per azione (EPS) di Intel da 11 a 10 centesimi per il secondo trimestre e da 55 a 52 centesimi per l’intero anno 2001.

Come Ragsdale, anche Boucher vede come principale problema il rallentamento registrato nell’industria dei PC in aprile e maggio, ma attacca anche l’aggressiva campagna di prezzi sui chip Pentium III e 4.

Nonostante cio’, i due analisti sono convinti che le cattive notizie sono gia’ state assorbite dal titolo.

La conferenza di meta’ trimestre e’ in programma per il 7 giugno dopo la chiusura delle contrattazioni.