Mercati, dopo Draghi c’è il rischio che scoppi “bolla protettiva”
L’aumento della volatilità sui mercati finanziari, la rottura di livelli tecnici importanti su diversi mercati azionari, la disfunzionalità dei mercati obbligazionari e le difficoltà a cui potrebbero andare incontro le Banche Centrali nel sostenere la crescita delle economie hanno iniziato ad incrinare la cosiddetta bolla protettiva.
È l’opinione di Jacopo Ceccatelli, AD di Marzotto SIM. “Quest’ultima si differenzia dalle bolle speculative che imperversano sui mercati poichè è stata creata dalle politiche espansive delle Banche Centrali che hanno indotto gli investitori ad ignorare le valutazioni dei fondamentali dei titoli ed effettuare investimenti con aspettative di rendimento elevate senza considerare i rischi a essi associati”.
Se dovessero verificarsi la rottura di livelli tecnici sull’indice americano S&P 500 e il cedimento dei mercati governativi europei, con il conseguente allargamento dello spread BTP-Bund, la bolla protettiva potrebbe rompersi, instaurando sui mercati una fase più negativa e potenzialmente molto caotica. Alla luce di questi elementi, se prima ogni correzione era vista come un’opportunità di acquisto, adesso ogni rimbalzo deve essere considerato come un’occasione per alleggerire i rischi del portafoglio, spianando la strada a un approccio difensivo.
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OVS ha recentemente acquistato 256.510 azioni proprie nell’ambito del suo programma di riacquisto, rappresentando lo 0,088% del capitale sociale. L’operazione è stata effettuata a un prezzo medio di 2,8573 euro per azione. Attualmente, OVS detiene il 15,8790% del proprio capitale sociale. Nonostante l’acquisto, il titolo OVS ha registrato una flessione del 2,16% in borsa, stabilizzandosi a 2,896 euro per azione.
Gli investitori osservano attentamente le mosse della BCE e della Fed, con interventi attesi da Christine Lagarde e Jerome Powell. I principali indici americani, tra cui Dow Jones e Nasdaq, mostrano stabilità, mentre l’attenzione si concentra su Tesla e le nuove normative di Trump sulla guida autonoma.
Nel terzo trimestre, Xiaomi ha visto un incremento del 9,9% dell’utile netto, raggiungendo 5,35 miliardi di yuan, grazie alle forti vendite nei settori smartphone, servizi Internet e veicoli elettrici. I ricavi totali sono aumentati del 30%, arrivando a 92,51 miliardi di yuan, superando le previsioni degli analisti.