Economia

Ue: debito troppo alto, Italia rischia choc. Sarà stop alla flessibilità?

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ROMA (WSI) – Non è proprio una buona notizia per il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Certo, le parole che seguono non sono un verdetto definitivo, in quanto non si tratta del giudizio finale sulla legge di bilancio del 2016, che arriverà invece in primavera. Tuttavia, il rischio Italia viene di nuovo messo in evidenza a causa del debito troppo elevato e trapela anche una certa intenzione a dire basta alle richieste di flessibilità sul bilancio avanzate da Roma.

Che non diventino un’abitudine, sembra essere il messaggio. Così la Commissione europea, nel rapporto sulla finanza pubblica della Unione europea in cui analizza paese per paese e a livello aggregato (Ue ed Eurozona), facendo il punto della situazione sulle condizioni in cui versano le finanze pubbliche, scrive:

“La proporzione di crediti deteriorati nel settore bancario italiano potrebbe costituire una importante fonte di rischi di passività potenziali nel breve termine”. Soprattutto,  “il debito rimane molto alto, costituendo la fonte di vulnerabilità più significativa per l’economia dell’Italia”. Questo, pur prevedendo un calo del rapporto debito/Pil del paese al 132,2% del Pil nel corso del 2016, e ancora al 130% nel 2017, contro il 133% del 2015

Di fatto:

“L’elevato debito pubblico limita la capacità dell’economia di reagire agli shock economici e la lascia esposta a possibili aumenti dei rendimenti sui bond sovrani mentre limita anche lo spazio per la spesa pubblica produttiva a causa del considerevole ‘conto’ degli interessi pari al 4,3% del Pil nel 2015″. Ancora: in Italia “è necessaria una forte determinazione nel miglioramento della posizione di bilancio per assicurare il rispetto della regola del debito” perche’ nei prossimi anni il paese ha un “rischio per la sostenibilità molto elevato”.

Di conseguenza, si auspica un saldo primario strutturale attorno al 4% (precisamente al 3,8%) nel periodo 2017-2026 “significativamente più elevato” (1,3%) di quanto previsto per il 2017. In sostanza si afferma che, dopo due anni di flessibilità, al fine di rispettare la regola del debito nel 2017 l’Italia dovrebbe riavviare la ‘corsa’ normale di aggiustamento del bilancio. Detto questo, la Commissione Ue:

“nel complesso, non intravede rischi significativi di tensioni sul bilancio entro un anno anche se alcune variabili come debito lordo e netto, necessità di finanziamento, proporzione e cambiamento nella quota dei crediti bancari deteriorati, indicano possibili difficoltà di breve termine”. Ancora: in un’ottica di lungo periodo la Commissione europea ritiene che l’Italia non corra “rischi di sostenibilità” delle finanze pubbliche, “a condizione che sia attuata pienamente la riforma delle pensioni adottata nel passato e che sia mantenuto un bilancio primario strutturale a un livello del 2,5% del Pil ben oltre il 2017″.