MILANO (WSI) – Borsa Milano si lascia alle spalle le vendite che l’hanno colpita nei primi minuti di contrattazioni, quando il Ftse Mib ha ceduto oltre -1% in scia al crollo di Shanghai, e chiude in rialzo di un punto e mezzo percentuale. In attesa della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, l’indice benchmark Ftse Mib ha superato agilmente quota 18.900 punti.
I fari rimangono su MPS, sostenuta dalla seduta di ieri dai rumor su possibili pretendenti. Il titolo è di nuovo finito sotto pressione alla fine della giornata e riporta nuovamente un computo negativo. Il titolo cede -3% circa. Una nota di Moody’s su alcune banche italiane migliora comunque la performance dei rispettivi titoli in Borsa. Acquisti su Banco Popolare oltre +4% e BPM +1,43%.  Rialzi del 4% circa anche per Ubi Banca.
Nonostante il rimbalzo del petrolio, Saipem chiude in calo, con diversi analisti che bocciano l’operazione di aumento di capitale. Sempre sul listino milanese si mette in evidenza anche il balzo di FCA.
Sul fronte Fed, il meeting inizia oggi, per concludersi domani con la decisione sui tassi. Il consensus degli analisti prevede un nulla di fatto: c’è trepidazione tuttavia tra gli operatori di mercato, in vista delle parole che saranno proferite su quelli che potrebbero essere i prossimi passi di politica monetaria della Fed e riguardo ai commenti di Janet Yellen & Co. sulla volatilità dei mercati.
Ondata di vendite sui mercati azionari asiatici, con lo Shanghai Composite che precipita con un tonfo superiore a -6% e la Borsa di Tokyo che cede oltre il 2%.
Tornano in primo piano i timori sul rallentamento economico della Cina, con l’indice Shanghai che ha bruciato il 43% dallo scorso giugno, registrando una performance simile a quella sofferta nel periodo della crisi finanziaria globale, quando il listino azzerò più di due terzi del suo valore rispetto ai massimi, nel corso di un anno.
Stando ai dati di Bloomberg Intelligence, nel mese di dicembre i flussi di capitali in uscita dalla Cina si sono attestati a $158,7 miliardi, riportando il secondo record su base mensile, dopo i $194,3 miliardi di settembre. Shanghai ha perso ben -22% dall’inizio del 2016. Inutile l’effetto People’s Bank of China, che ha iniettato 360 miliardi di yuan sui mercati monetari, al fine di aumentare la liquidità in vista delle festività del Capodanno cinese.
Quotazioni del petrolio virano in territorio positivo e riconquistano anche quota $32 al barile sul mercato inglese, trasportati dalle speranze di un accordo in seno all’Opec.
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Sul valutario, l’euro fa dietronfront attestandosi sopra quota $1,08, mentre il rapporto dollaro/yen risale e supera JPY 118 circa.
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