MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude in pesante calo anche questa seduta, con il Ftse Mib che ha subito un’accelerazione al ribasso sul finale, cedendo più del -3% in area 17.950 punti circa.
A Piazza Affari già da ieri l’entusiasmo per le operazioni di fusione tra le banche che si era smorzato progressivamente, complice anche il report di Moody’s, che ha chiaramente detto che l’accordo sulla bad bank tra l’Italia e l’Ue implicherà perdite da iscrivere a bilancio per alcune banche. E’ pioggia di vendite sui titoli bancari, con MPS che cede quasi -8,5%. Sospesa per eccesso di ribasso Bper, che poi capitola fino a oltre -6%.
Sul fronte economico, sono stati comunicati i dati sulla disoccupazione sia in Italia, che nell’Eurozona. Se il tasso di disoccupazione in Italia è tornato a crescere a dicembre, attestandosi all’11,4%, quello dell’Eurozona di gennaio è sceso al minimo dal 2011, al 10,4%. Gli investitori sono tuttavia ben consapevoli del fatto che il mix di tassi negativi e acquisti di asset con il piano di Quantitative easing della BCE non è riuscito ancora a sostenere la crescita dell’inflazione in Eurozona.
Petrolio sotto pressione, con il contratto WTI che riporta perdite fino a -5% circa, rischiando di bucare la soglia di $30. Cali dell’ordine del 5% anche per il Brent, che si attesta sotto $33 al barile. Il dietrofront dei prezzi del petrolio, che la scorsa settimana avevano segnato un balzo +10% circa, è dovuto allo smorzarsi delle speculazioni su un accordo tra l’Opec e i paesi produttori non Opec, teso a tagliare l’offerta.
Effetto petrolio sui titoli delle società energetiche e petrolifere, con Eni che soffre una perdita -4,5% e Saipem che cede oltre -5%.
Sul valutario, euro/dollaro riagguanta la soglia di $1,09, mentre il rapporto dollaro/yen è sotto pressione in area JPY 120,35.
Prevalenza di segni meno anche sull’azionario asiatico, con l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo in calo -0,64%, nonostante le ultime dichiarazioni provenienti dalle autorità governative, secondo cui la Bank of Japan non avrebbe ancora esaurito le proprie munizioni, dopo l’annuncio a sorpresa, la scorsa settimana, dei tassi di interesse negativi. Così Hisroshige Seko, vice segretario di gabinetto:
“Ci sono altre banche centrali che hanno introdotto tassi di interesse ancora più negativi”.
Shanghai eccezione positiva in Asia. Sotto pressione anche Sidney, che ha esteso le perdite dopo la decisione della banca centrale Reserve Bank of Australia di lasciare invariati i tassi di interesse al minimo record del 2%. A tal proposito Angus Nicholson, analista di mercato presso IG, ha fatto notare che l’azionario è stato colpito dai sell off nonostante le prospettive di ulteriori tagli dei tassi. E fa notare:
“Se avessimo altri due tagli dalla RBA e l’inflazione rimanesse all’1,7%, l’Australia avrebbe tassi di interesse negativi”.
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